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CLAUDIO MANGINI - "L’animal trainer è uno stile di vita"


Mangini spiega a cinemaitaliano.info il suo ruolo nel mondo del cinema: la figura professionale che si occupa di addestrare e dirigere gli “animali attori” sul set


CLAUDIO MANGINI -
In cosa consiste il suo lavoro di Animal Trainer?
Claudio Mangini: L’animal trainer è quella figura professionale che si occupa di addestrare e dirigere gli “animali attori” sui vari set. E’ un’attività che svolgiamo in pochi, e per questo estremamente particolare. Si debbono avere competenze di vario tipo: dall’addestramento specifico per il set, all’etologia, passando per la regia e l’interpretazione, fino agli effetti speciali, all’animatronica, sconfinando spesso nell’attività di stunt. Più che un mestiere, l’ho sempre definito uno “stile di vita”; anche perché passi l’intera esistenza con animali di ogni ordine e grado ed in affiancamento costante con attori e registi.

Quali film ha curato come Animal Trainer?
Claudio Mangini: Tantissimi, e un po’ in tutto il mondo. Quando si parla di “film”, almeno per l’animal training, ci si riferisce al più vasto comparto dell’audiovisivo; quindi bisognerebbe contarli tra film, fiction, spot pubblicitari, cortometraggi, sigle televisive, videoclip e documentari. Diciamo che negli ultimi cinque anni sono stati circa un centinaio i film prodotti nei quali ho collaborato.

Cosa rappresentano, secondo lei, gli animali nell'ambito cinematografico?
Claudio Mangini: Negli USA, presso le scuole di cinema, c’è una regola che viene insegnata ai giovani registi che dice "Without kids and without animals", ma alla fine credo che non venga presa troppo sul serio; almeno a giudicare dal numero di film in cui compaiono animali e bambini. Penso che gli animali in realtà siano un valore aggiunto, quando non addirittura parte integrante di tanti soggetti cinematografici. Gli animali, soprattutto quelli di affezione, sono ormai parte integrante delle famiglie di tutto il mondo e questo si riflette inevitabilmente nei film che si prefiggono di restituire attraverso le immagini la realtà quotidiana. Le emozioni che però possono suscitare nel pubblico alcuni animali, con le loro storie, la loro fedeltà e quella parte ancestrale che è chiusa dentro ognuno di noi, ritengo che non abbia eguali.

Ha mai pensato ad un ruolo in un film come attore?
Claudio Mangini: Sinceramente no, anche se mi capita spesso di interpretare piccoli ruoli. Trovo più stimolante, e maggiormente aderente alla mia natura, lavorare dietro le telecamere; compreso il doppiaggio (alcuni famosi spot pubblicitari hanno la sua voce, ndr). Preparare un animale per un film richiede tempo e molta pazienza, e l’insegnarli ad interpretare una parte, guidandoli successivamente sul set, è già di per se una piccola opera d’arte che si incastra all’interno di quel grande mosaico che è l’impianto generale del film. Da piccolo avevo due grandi passioni: il cinema e gli animali. Facendo l’animal trainer le ho coltivate entrambe nel migliore dei modi e sono finito sul Red Carpet della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in rappresentanza dei miei animali.
Mi sembra che basti.

Progetti per il futuro?
Claudio Mangini: Molti. Tra poco vado nel Nord Europa a girare uno splendido documentario sulle orche, mentre sul fronte cinematografico sto girando un film sulla vita di Giacomo Leopardi (Il giovane). Sono peraltro in preproduzione con tre film che girerò nel 2014, uno dei quali particolarmente difficile sotto il profilo tecnico e dell’addestramento che ritengo di annoverare tra le cose più interessanti della mia carriera.

24/09/2013, 18:19

Simone Pinchiorri