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Note di regia del documentario "Anna Magnani ad Hollywood"


Note di regia del documentario
La Diva e il Buffone: Anna Magnani a Hollywood
Raccontare la vita di Anna Magnani significa provare ad esplorare l’esistenza e la carriera di una grande icona della storia del cinema italiano e mondiale: una diva straordinaria, ma soprattutto un’attrice ed una donna unica. Una ‘pioniera’ sul piano artistico e certamente anche una grande personalitŕ in grado di precorrere i tempi.
Quando mi č stato proposto di presentare un progetto per ricordarla a quarant’anni dalla sua morte, ho iniziato a rendermi conto di conoscere poco il suo periodo americano e i suoi anni a Hollywood. Mi sono chiesto come mai, una diva che aveva vinto l’Oscar ed era stata nominata una seconda volta come migliore attrice, avesse lasciato l’America per tornare in Italia. Mi sono domandato come mai la storia dell’amicizia tra lei e il commediografo Tennessee Williams non fosse mai stata affrontata come paradigma di un rapporto unico e irripetibile tra artisti provenienti da parti del mondo diverse, accomunati da una grande passione per la vita, l’arte e la cultura. Il legame tra Anna Magnani e Tennessee Williams, infatti, fino ad oggi era stato soprattutto trattato come un capitolo delle rispettive biografie e non come un punto di partenza per capire come quell’incontro avesse cambiato il corso artistico e personale delle vite di entrambi.
L’attrice premio Oscar e lo scrittore due volte vincitore del Pulitzer sono stati legati per quasi un quarto di secolo, fino a quando la prematura scomparsa di Anna Magnani l’ha separata dall’amico che lei chiamava ‘Tenn, mio adorato buffone’.
Un decennio piů tardi, trenta anni fa proprio nel 1983, anche Tennessee Williams sarebbe scomparso. Come testimonia un’intervista rilasciata al Tg2 pochi mesi prima della sua morte, l’autore di Un tram chiamato desiderio e La gatta sul tetto che scotta, dimostrava di non avere mai dimenticato la sua amica italiana con cui aveva condiviso serate indimenticabili tra Roma e l’America, chiacchierando fino a tardi o uscendo a tarda notte in macchina per portare da mangiare ai gatti randagi di Villa Borghese.
Una storia affascinante, raccontata da testimoni degli incontri tra Anna e Tennessee come il figlio dell’attrice Luca Magnani, come il press agent Enrico Lucherini che proprio in quegli anni iniziava la sua leggendaria carriera, cosě come il Direttore della Casa del Cinema e Preside della Scuola Nazionale di Cinema Caterina D’Amico, figlia della piů importante sceneggiatrice italiana Suso Cecchi D’Amico, grandissima amica di Anna Magnani. Un percorso narrativo arricchito dalle parole della biografa dell’attrice Matilde Hochkofler e reso un vero e proprio documento grazie alla commossa ed originale interpretazione del testo, offerta da Olivia Magnani che ripercorre la storia di sua nonna e del suo rapporto con l’America.
Una storia dei film fatti ma anche dei lavori sfumati: come La discesa di Orfeo scritto appositamente da Williams per lei e Brando che doveva essere diretto da Elia Kazan oppure come una versione americana de La Lupa di Giovanni Verga per la regia di Federico Fellini proposto da Anna Magnani alla produzione.
Donne nel Mito: Anna Magnani a Hollywood, dunque, si propone come una lente di ingrandimento per vedere piů da vicino il decennio americano della grande diva italiana dal primo viaggio negli USA, nei primi anni Cinquanta, fino ad arrivare alla fine degli anni Sessanta quando interpreta in Italia Il Segreto di Santa Vittoria diretta da Stanley Kramer.
Un percorso artistico e personale affascinante, ricco di incontri (e di scontri…) con personalitŕ altrettanto forti come la sua, in un’etŕ dell’oro del cinema e della cultura mondiale popolata da autori del calibro di Tennessee Williams, Luchino Visconti, Roberto Rossellini ma anche da interpreti carismatici come Marlon Brando, Anthony Quinn, James Dean, Bette Davis, Joan Crawford e Marilyn Monroe che incontrarono Anna Magnani restando sensibilmente affascinati dal suo sguardo profondo e pieno di forza.

Marco Spagnoli