Note di sceneggiatura del documentario "Noi, Zagor"


Note di sceneggiatura del documentario
Dire qualcosa di nuovo su Zagor è praticamente impossibile. In più di cinquanta anni, sul personaggio di Bonelli e Ferri si è detto e scritto di tutto, analizzandolo in ogni aspetto. Non c’è appassionato zagoriano che non si senta un esperto, e che alla fine non lo sia veramente, dato che conosce in ogni più piccola sfaccettatura la vita e gli eventi accaduti nell’universo parallelo di Darkwood.
Nel raccontare la storia di Zagor - e nel modo più preciso possibile, dato che nessuna inesattezza ci sarebbe stata perdonata - abbiamo dunque cercato da un lato di capire le ragioni profonde di un successo così longevo e costante; dall’altro, abbiamo cercato di cogliere le emozioni più fresche e vere che gli stessi protagonisti, autori e lettori, uniti per sempre in uno strano rapporto di interdipendenza, ci hanno trasmesso con le loro parole.
Un altro aspetto che, da vecchi appassionati di fumetti, volevamo indagare è quali siano le suggestioni che influenzano il processo creativo di un albo, quali siano le urgenze, i vincoli, come funziona la “fabbrica” che li produce. E questo ci ha portato a riflettere su come le vite degli autori e dei disegnatori siano esse stesse “vite da Zagor” e di quanto di personale ogni autore inevitabilmente riversi in un disegno in bianco e nero di un personaggio.
Insieme a quella del creatore grafico Gallieno Ferri, la figura che giganteggia e che viene continuamente evocata nel film è quella di Sergio Bonelli, fondatore dell’omonima casa editrice e inventore di Zagor, con lo pseudonimo di Guido Nolitta.
Zagor è un lungo viaggio sereno da fare con mezzi modesti e senza troppe aspettative, le sorprese ti vengono incontro da sole.

Giovanni Iozzi

14/09/2013, 09:26