IL GRANDE GATSBY - Splendore e follia a Cannes


IL GRANDE GATSBY - Splendore e follia a Cannes
Il Grande Gatsby inaugura con splendore e follia visiva la sessantaseiesima edizione del Festival di Cannes.

In centoquarantadue minuti di film dal costo di ben 127 milioni di dollari il regista australiano Baz Luhrmann ha cercato di captare e decifrare il carattere e l’animo di Gatsby, il ricchissimo dandy dal cuore in pena, organizzatore delle feste più folli degli Anni Venti e ridarci l’atmosfera degli anni ruggenti nello splendore rutilante di scene faraoniche. Il Grande Gatsby è la quintessenza dell’arte postmoderna del regista australiano: gli Anni Venti mescolati con l’oggi, che si agita e frenetica al ritmo dell’hip hop, definito dal regista “il jazz contemporaneo”. La scelta di un genere di musica anacronistico per il periodo storico filmato fa parte di una consuetudine dei film di Baz Luhrmann. Aveva il suo fascino in Romeo + Juliet e lo si era apprezzato in Moulin Rouge.

La visione del Gatsby luhrmanniano è un affresco fradicio di colori, ipercinematografico, evocativo, barocco e chiassoso. James Gatz, alias Jay Gatsby, tenebroso e imperscrutabile, corrotto e corruttore è incarnato da un Leonardo di Caprio che eguaglia in bravura la drammaticità interpretativa del Robert Redford della patinata, ma poco convincente adattazione del 1974 di Jack Clayton che aveva come sceneggiatore Francis Coppola. Le novità del nuovo Gatsby non si arrestano alla colonna sonora, ma si concretizzano anche nell’uso del 3D che dà ancora più consistenza visiva alle sgargianti ed esuberanti riprese delle feste organizzate nella casa del Mito, generando però anche un senso di panico e sgomento nei puristi di Scott Fitzgerald.

La Stampa statunitense, dove il film è proiettato già dal 10 maggio, su questa innovazione è
aspramente critica.
Il regista si è difeso dicendo che il 3D è un eccellente mezzo tecnologico per immergersi nelle vicende paradossali della gioventù dorata di quell’epoca e rivivere uno spaccato di storia contemporanea. E inoltre “Non volevo filmare un museo ma volevo che gli spettatori respirino l’atmosfera di quella epoca. Altro aspetto che ha sollevato e solleva numerose critiche sono i tagli al romanzo secondo alcuni sconsiderate. A queste critiche concretizzatesi in articoli negativi di diversi giornali americani Luhrmann ha così risposto “Se io e il mio sceneggiatore Graig Pearce avessimo lasciato tutto il materiale del libro il film durerebbe 7 ore. Quello che mi interessava era soprattutto riuscire a trovare il ritmo giusto, per raccontare di nuovo la storia di Gatsby attraverso il mio sguardo.

Dalla sua nascita nel 1925 l’enigmatico Jay Gatsby si è incarnato per il grande schermo per 5 volte: muto nel 1926 nel film di Herbert Brenon, troppo espansivo e chiacchierone in quello di Elliott Nugent con Alan Ladd nel 1944, piacevole in quello Jack Clayton con un eccellente Robert Redford. Quest’anno per la quarta volta Gatsby rivive nell’orgiastico adattamento di Luhrmann, dove eccelle un impegnato e convincente Leonardo di Caprio. Anche la televisone ha pensato nel 2000 a Gatsby con una versione firmata Robert Markovitz con Toby Stephens protagonista e, soprattutto la sfavillante Mira Sorvino nei panni di Daisy.

Il Grande Gatsby come film d’apertura di Cannes 2013 rappresenta la perfetta metafora di questi 12 giorni di cinema leggenda e glamour della settima arte che fa sognare, ma anche riflettere sulla realtà attuale. Il romanzo di Francis Scott Fitzgerald aveva illustrato la corruzione e l’ubriacatura libertaria degli anni venti, ma aveva anche previsto lo spaventoso crash economico del 1929. Oggi che la crisi economica ci attanaglia forse il Grande Gatsby potrebbe farci capire meglio la devastante portata della corruzione attuale.

Da qualche anno i Festival stanno perdendo la prerogativa dell’esclusività e delle anteprime assolute: infatti il Grande Gatsby negli Stati Uniti era già stato presentato ai primi di maggio e poi in contemporanea con Cannes è stato presentato in tutto il mondo.

15/05/2013, 17:19

Martine Cristofoli