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L'ULTIMA NOTTE - Socrate e il carcere, ieri come oggi


L'ULTIMA NOTTE - Socrate e il carcere, ieri come oggi
Socrate in carcere, l'ultima notte prima della sua condanna a morte. Avvenne ad Atene nel 399 avanti Cristo, ma nella trasposizione filmata da Mattia Temponi nel mediometraggio "L'Ultima Notte" (voluto dalla Società Filosofica Italiana e scritto insieme a Federico Chiara e Giovanni Dissegna) è collocato a Torino, all'interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, i cui carcerati hanno contribuito alla realizzazione del tutto nel ruolo di comparse e tecnici.

Ispirandosi al trittico di opere platoniche che descrivono la vicenda (Apologia di Socrate, Critone e Fedone), "L'Ultima Notte" vede l'attore teatrale Bob Marchese nel ruolo del grande filosofo, che deve affrontare nelle ore che precedono la sua morte la tentazione di salvarsi rinnegando il suo pensiero, piuttosto che morire diventando un esempio per tutti.

Un'opera breve di durata (29') ma capace di suscitare grandi emozioni, per merito dell'intensità recitativa di Marchese e per la visione lucida e ben calibrata del regista, che condensa una pagina fondamentale e tra le più note della filosofia antica ("Portare la filosofia nei luoghi in cui è assente", è la convinzione che ha mosso la produzione del mediometraggio) e la attualizza ponendo come strumento attivo la popolazione carceraria (il padiglione femminile della stessa struttura ha realizzato i costumi), seguendo la positiva tendenza che vede il cinema italiano sempre più attento ai bisogni e alle necessità "vitali" della realtà penitenziaria.

20/04/2013, 08:30

Carlo Griseri