Fondazione Fare Cinema
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"Luce Mia", il nuovo documentario di Zenit Arti Audiovisive


Si intitola "Luce Mia" il nuovo documentario in lavorazione della Zenit Arti Audiovisive. Per realizzarlo è stato creato un sito ad hoc, in cui è possibile effettuare direttamente le donazioni.
Il documentario è diretto da Lucio Viglierchio, anche autore insieme a Sabrina Caggione. Sul sito è lo stesso Viglierchio a raccontarne la genesi:

"Circa tre anni fa mi sono ammalato di Leucemia Acuta Mieloide. Oggi, dopo tre chemioterapie vissute in regime di isolamento ed alcuni mesi di cure, sono nel limbo che sta tra la remissione e la guarigione dalla malattia.

In questa fase sono costantemente sotto controllo attraverso prelievi di sangue mensili e la biopsia ossea a cadenza annuale. Ogni mese il rito si ripete, ed ogni mese, puntualmente, si ripresenta la paura che un esito infausto mi faccia ricominciare l’intero percorso dal principio. Questa perenne condizione di precarietà ha minato alle fondamenta il mio animo, già evidentemente scosso dall’esperienza della malattia, e – contrariamente a quanto comunemente si pensi – ha accentuato un atteggiamento distaccato e freddo nei confronti di un “mondo” – i miei affetti, il mio lavoro, la mia vita – che temo di perdere ogni giorno.

Non è stato facile arrivare alla consapevolezza della mia nuova condizione di uomo spaventato, soprattutto in un contesto apparentemente felice: una bambina appena nata, una compagna affettuosa, una vita serena circondato da amici. Eppure sono stati proprio loro ad aprirmi gli occhi rispetto al mio distacco dal mondo e dalle emozioni, come se la lucidità clinica adottata come corazza per affrontare la malattia non mi avesse ancora abbandonato e continuasse a mordere il freno.
Così ho deciso di affrontare la paura, tornare in reparto e cercare di ritrovare quella parte di me. Luce Mia è il mio viaggio a ritroso nella malattia: la mia storia, raccontata anche grazie a ciò che ho postato sulla mia pagina facebook durante i ricoveri, si intreccerà con quella di Sabrina, ricoverata nelle stesse stanze che alcuni anni prima mi hanno ospitato. Lei sarà il mio alter-ego, la mia compagna di viaggio in questo percorso che spero possa portarmi a raggiungere e registrare quell’attimo in cui si smette di essere pazienti e si torna uomini.
Il mio racconto personale reagirà con la quotidianità del reparto di ematologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino in cui lei combatte la sua battaglia quotidiana supportata dal personale sanitario. Il nostro confronto, le sue domande, le mie risposte, le nostre paure si intrecceranno nel percorso di guarigione di Sabrina, che culminerà nel trapianto di midollo . Tenteremo di alleviare questa strada accidentata guardando la malattia e le prove a cui ti sottopone come un’opportunità e una strada per poter essere persone migliori, più consapevoli.

Questo documentario sarà la testimonianza di questo percorso e il mezzo per andarci a riprendere quella parte di noi che ci è stata tolta insieme alla malattia: la sicurezza e la fiducia nel futuro".

03/04/2013, 12:55

Carlo Griseri