Riparte il tour di
Massimo Zamboni per presentare il nuovo spettacolo
“Spleen Artico-Emiliano”, un intenso ed emozionante parallelismo tra la Groenlandia e l'Emilia ferita dal terremoto. Le canzoni e le letture dell'ex membro di CCCP e CSI accompagnano
le immagini del film "Arctic Spleen" diretto da Piergiorgio Casotti, scivolando come forme di relazione continua tra il pieno e i vuoti. Appuntamento al cinema Rosebud di Reggio Emilia giovedì 28 febbraio dalle ore 21 (ingresso 10 euro).
La frattura nella terra - una cicatrice lunghissima nella pianura padana - quel fango bianco che risale dal sottosuolo e si va a solidificare: immagini meno immediate e dolorose di quelle che hanno riguardato la vita e la sofferenza delle numerose persone colpite dal terremoto. Ma che forse colpiscono ancora più in profondità una intera cultura basata sulla concretezza, la certezza del lavoro, la stabilità acquisita attraverso i secoli. L'antica capacità emiliana di governare scossa da un nemico impensato, la reazione di tutto un territorio a mostrare ancora una volta quanto radicata sia in noi la cultura del non aspettare, la volontà di reagire, la voglia di fare. Ma quella frattura resta, e si potrebbe indagare nei suoi significati simbolici, penetrandola, intuendola. Dall'altra sponda della faglia, accostato arbitrariamente, un mondo lontanissimo che nella precarietà quotidiana trova la consuetudine del proprio vivere, la propria cultura.
La Groenlandia, terra in bianco e nero, durissima, ingovernabile. Casa di un popolo duro, in parte, e assieme impensabilmente fragilissimo. Un viaggio nello spleen artico-padano, acquisizione recente di due culture antiche. Le canzoni, le letture, la musica di MZ accompagnano le immagini del film diretto dal regista Piergiorgio Casotti in un lungo fluire, scivolando come forme di relazione continua tra il pieno e i vuoti. MZ continua l'esplorazione di termini come caduta e resurrezione, ponendoli in un dialogo tra spazi lontanissimi dove l'erba o il ghiaccio dominano la sostanza umana e spazi consueti, resi improvvisamente precari e sconosciuti come accade nell'Emilia del terremoto, della siccità e della crisi mai pensata.