banner430X45

Note di regia del cortometraggio "Walter Ego"


Note di regia del cortometraggio
Vivere significa cambiare. In WALTER EGO amare significa trasformarsi. L’importanza dell’estetica genera solo conflitti, ma se l’amicizia porta sempre ad una risoluzione del problemi, alle volte può portare a scelte estreme che finiscono con il creare solo delle scatole cinesi contenenti vicoli ciechi senza soluzioni. Quando si è mossi dall’amore però, la vita si sa, prende una piega inaspettata e quindi, quasi a provocare la sorte, si scelgono strade contorte in cui ci si diverte solo da protagonisti. Così amare, può voler dire anche far del male, se quel male può portar a un ordine nell’amore. Nel groviglio di situazioni poi ci si ritrova sempre, a causa di una personalità instabile o magari duplice, che genera doppie idee, interdetti. Si finisce così per supporre di non essere perfetti per un qualche canone universale e che in questo universo bisogna perfezionarsi per amare. Ma la medaglia al valore dell’“uomo perfetto” nasconde sempre una seconda faccia, a cui la curiosità femminile non può far meno, tanto più la sua imprevedibilità. L’aspetto più importante di un opera è solcare i tempi che corrono, delineando strade, anche sbagliate, che percorriamo mentre viviamo il nostro tempo. In questo caso WALTER EGO fornisce l’impronta degli estremi sociali che indossano gli esseri che vivono la transizione di un’epoca, troppo attaccati ai propri valori ma altrettanto insicuri di non volerne di nuovi. Così il protagonista compiendo uno sbaglio viene riportato dalla “dama cortese” a sconfiggere le proprie paure e mostrarsi in tutta la sua verità, che, una volta si è detto, è donna.

Alessio Perisano