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IL MISTERO DI LAURA - Un film sul senso della vita


Un dramma "parapsicologico" e sul senso del vivere nella riuscita opera seconda di Giovanni Galletta con Olga Shapoval e Massimiliano Varrese.


IL MISTERO DI LAURA - Un film sul senso della vita
E' un bel dramma "parapsicologico", "Il Mistero di Laura", opera seconda di Giovanni Galletta, già autore di "Dopo quella Notte" e di svariati mediometraggi. La storia è quella di due giovani, Davide, trentottenne in crisi d'identità, e Costanza, una diciottenne di buona famiglia, la cui vita si intreccia impensabilmente il giorno nel quale la ragazza decide di prendere alcune lezioni di violino da Davide. Tra di loro si interpone una terza figura, quella di Laura, conosciuta casualmente da Costanza per la strada. La ragazza in questione sembra essere la sorella di Davide, che però è scomparsa qualche mese prima. Da questo si dipana la vicenda fino ad arrivare ad un epilogo che trasformerà radicalmente le vite dei protagonisti.

Giovanni Galletta scava nella psicologia più nascosta dei personaggi, assale e "punge" lo spettatore nell'intimo, in un crescendo di dramma ed emozioni. Sì, perchè, il film, più che sul "mistero" di Laura, indicato nel titolo è sul "mistero" della mente umana, fatta di solitudini, di alti e bassi, dove anche il più casuale degli eventi può stravolgere la sua regolarità per portare la persona a una nuova consapevolezza. La domanda che il film crea nella sua storia è quella se veramente vale la pena di vivere, e sul come vivere, cercando di scrollarsi tutte le paure ed i "fantasmi" che ci circondano. E, poi, l'emozione. Tutto il film è incentrato sulla forza di questo sentimento, che traspare nei volti, nelle immagini, nei dialoghi, mai banali, ma costruiti su una sceneggiatura forte ed "emozionale" che "conivolge" e "corrode" lo spettatore fino a farlo sentire lui stesso partecipe delle vicende.

Ottime le intepretazioni degli attori, in particolare, quelle di Olga Shapoval, la Costanza del film, ed di un sorprendente Massimiliano Varrese, ben calato nel ruolo forse più drammatico e struggente dell'intera narrazione. Non manca neppure la cornice di sfondo, una Roma malinconica e dalle luci soffuse, con ampi sguardi su Tevere e sul cupolone, una città "magica", che si unisce intimamente alle vicende del film.

Il film, prodotto da Stefano Calvagna con la sua Poker Entertainment, è distribuito dalla stessa Poker, attende solo in sala lo spettatore, un film d'autore che riuscirà a coinvolgere il pubblico...

29/08/2012, 18:40

Simone Pinchiorri