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VIDEOCRONENBERG - Claudio Bartolini analizza il "virus"


Bietti Edizioni pubblica un saggio dedicato al cinema di David Cronenberg, "rivisto" attraverso i grandi temi che lo hanno attraversato


VIDEOCRONENBERG - Claudio Bartolini analizza il
"Premessa indispensabile: questo volume ha come oggetto di studio l’intera filmografia di David Cronenberg dal cortometraggio di esordio Transfer (id., 1966) a A Dangerous Method (2011)": lo scrive Claudio Bartolini nell'introduzione al suo saggio "Videocronenberg", edito da Bietti, e lo riportiamo a inizio articolo per rendere da subito l'idea dell'impresa a cui il critico si è sottoposto.

Un'impresa che parte dall'individuazione di un tema cardine del cinema del regista canades, il "virus" ("costante interna al cinema del regista canadese e possibile metafora per (ri)leggere i nostri tempi"), e procede divisa in due parti separate: nella prima viene analizzata l'evoluzione di questo concetto nel cinema di Cronenberg, nella seconda il rapporto del regista con la sua epoca.

Un testo quantomai interessante perché l'opera del regista è da sempre (e per sempre?) parte di un unico "macrotesto", costruito oltretutto grazie all'apporto di un gruppo di professionisti che ritorna film dopo film (Carol Spier (scenografa), Mark Irwin e Peter Suschitzky (direttori della fotografia), Howard Shore (compositore), Ronald Sanders (montatore) e Denise Cronenberg (costumista)).

Sei i capitoli in cui è diviso il testo (prima delle bibliografie): contagio, incubazione, manifestazione, diffusione e catastrofe, a cui segue "Il virus nella posmodernità". La vita e la carriera di Cronenberg divengono quindi - nelle parole di Bartolini - un percorso unico, in cui è possibile da subito riconoscere i tratti essenziali che torneranno costantemente nelle sue varie opere.

Vedere un film di David Cronenberg, è evidente a tutti coloro che ci provano, non è semplicemente "seguire" una storia, ma presuppone un approfondimento e il possesso di chiavi di lettura che "Videocronenberg" fornisce a tutti gli interessati.

Come scritto all'inizio, il volume si ferma a quello che oggi è il penultimo film di Cronenberg, e manca quindi la possibilità di capire come in "Cosmopolis" il virus e la modernità si manifestino, in un film - presentato a Cannes 2012 - che sembra una tappa importante in un percorso unico come quello di questo autore: peccato, ci sarà spazio in una prossima ristampa...

24/06/2012, 13:00

Carlo Griseri