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"Italy: Love it, or Leave it" - "On the road" per il Bel Paese


Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Già, navigatori, esterofili a più non posso, ma spesso ignoranti delle bellezze del proprio Paese e non curanti dei problemi che lo affliggono. Un Paese che molti considerano senza futuro, tanto da arrivare a porsi una domanda: non sarebbe meglio emigrare?

Questo l'interrogativo che sta alla base dell'opera seconda di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, che dopo aver fatto luce sulle cause dell'ondata omofobica italiana in "Improvvisamente, l'inverno scorso", con "Italy: Love it, or Leave it" esplorano lo stivale in lungo e in largo per capire cosa sia più giusto fare, restare o partire.

Un viaggio "on the road" a bordo di una 500 (cangiante nel tempo), vissuto in prima persona, alla scoperta delle meraviglie e, al contempo, degli orrori "made in Italy": dal Piemonte, dove gli operai Fiat continuano a lavorare in catene di montaggio e quelli della Bialetti sono stati licenziati dopo il trasferimento degli stabilimenti in Romania, alla Calabria, dove qualche sindaco è deciso a combattere la ndrangheta e intanto a Rosarno vengono calpestati i diritti umani. E poi tanto altro, dalla buona cucina all'inquinamento, dai testimoni di giustizia all'abusivismo edilizio sciliano e l'emergenza rifiuti campana.

Non può mancare la poltica, il lato più pittoresco del Paese più contraddittorio al mondo, dove agli scandali dell'ex Premier e ai pellegrinaggi a Predappio di migliaia di fanatici, un folto gruppo di amministratori tenta di ripondere con la "buona politica".
In casi come questo, se si sceglie di toccare troppi argomenti per completezza, il rischio maggiore è di perdere il "filo del discorso", ma Hofer e Ragazzi danno dimostrazione di aver scritto un soggetto molto robusto.

Una regia curata, con innesti di immagini di repertorio e belle animazioni, e un tono leggero e autoironico, fanno di "Italy: Love it, or Leave it" un documentario stimolante e necessario.

02/06/2012, 16:45

Antonio Capellupo