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Lee Joon Ik al Florence Korea Film Fest


Lee Joon Ik al Florence Korea Film Fest
Il Florence Korea Film Fest approda alla sesta giornata, domani mercoledì 28 marzo al cinema Odeon, ospitando a Firenze Lee Joon Ik, terzo regista coreano alla decima edizione del festival. Il regista presenterà in prima serata (ore 20.15) “Happy Life”: il film racconta la reunion di una rock band dopo la morte del leader e la triste circostanza si rivela un’opportunità per ritrovarsi e dare nuova vita al loro vecchio sogno, quello di organizzare un altro concerto.

La sesta giornata del Korea Film Fest parte, alle ore 15.00, con il cortometraggio “The idea of creation” (2011) di Kwon Jin Hee (su cosa pensano gli insetti e le creature che popolano il nostro mondo e, talvolta, le nostre case).

A seguire, per la sezione Independent, sarà proiettato “My Heart Beats” (2010) del regista Huh Eun Hee. Il film narra la storia della trentasettenne Ju-ri, insoddisfatta e annoiata professoressa d’inglese che decide di esordire nel mondo del porno; ma sul set della sua prima scena, nonostante stia ottenendo ciò tanto desiderato, qualcosa la bloccherà.

Alle 17.30 il corto “Love is Delicious” (2011) del regista Kim Seung Hyun, una commedia divertente sull’amore a tavola.
A seguire l’anteprima nazionale di “Spellbound” (2011) del regista Hwang In Ho, la storia di Yeo-ri che fin da piccola ha il dono di vedere i fantasmi e, quando appaiono, le persone a lei care sono vittime di avvenimenti bizzarri e a volte tragici. Yeo-ri decide quindi di isolarsi dal mondo, ma l’insistenza di un ragazzo farà in modo che le cose cambino.

Per la retrospettiva sull’attore Song Kang-ho (che saluterà il pubblico fiorentino prima della sua partenza), sarà proiettato alle ore 22.45, “JSA” (2000) il film rivelazione di Park Chan Wook e uno più visti in patria. Un thriller ambientato in un villaggio lungo il confine tra le due coree, dove la tensione palpabile rischia di deflagrare quando un soldato del Sud viene indagato per l’omicidio di due ufficiali nordisti. Per risolvere la questione, viene invocato l’intervento di una forza esterna al conflitto, il capitano dell’esercito svizzero Sophie Lang: di padre coreano e di madre europea; le indagini si faranno però sempre più difficili e stratificate, e il suicidio del principale testimone porterà lentamente a galla una realtà completamente insospettabile. "Ho avuto – ha detto Song sulla preparazione del film – difficoltà a capire e imparare il dialetto dell’altra Corea".

27/03/2012, 12:04