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FESTIVAL DI TORINO "Land of Joy", il Veneto che cambia


In concorso a Italiana.Doc il lavoro di Laura Lazzarin, una riflessione sul Veneto attuale tra il razzismo della Lega e scorci (un po' nascosti) di poesia


FESTIVAL DI TORINO
E' un atto d'amore verso il suo Veneto quello che ha portato la regista patavina Laura Lazzarin a girare "Land of Joy", documentario di riflessione e analisi sulla deriva che la regione simbolo del Nord Est ha preso negli ultimi decenni.

La dichiarazione d'intenti iniziale è quantomai esplicita, con le telecamere che si inoltrano in un raduno della Lega Nord tra slogan razzisti, il coro del "Va' Pensiero", bandiere e stereotipi sugli immigrati.

Da qui il viaggio comincia, un percorso - ha dichiarato la stessa regista - in una "regione che un tempo era povera e oggi è ricca, con persone ossessionate dal lavoro e dai soldi". Una regione, però, in cui è ancora possibile - cercando bene - scorgere angoli di poesia, frammenti che si celano nei luoghi più piccoli e inattesi, in realtà artigiane e contadine, esempi illuminati di una popolazione storicamente saggia ma degradata negli ultimi decenni dagli slogan razzisti e beceri dei politici.

Solo chi, come Laura Lazzarin, conosce il Veneto riesce però a trovarli: la massa fa paura, la Lega ritorna in tanti momenti come una realtà ormai profondamente radicata. Non bisogna cedere, e il finale bucolico con l'immigrata (sarda) che analizza il carattere dei suoi nuovi corregionali lascia qualche (flebile) speranza.

26/11/2011, 11:55

Carlo Griseri