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FESTIVAL DI TORINO Una retrospettiva e un libro per Sono Sion


Curato da Dario Tomasi e Franco Picollo, il libro "Il signore del caos" dedicato al regista giapponese Sono Sion vede la luce in occasione del TFF 2011


FESTIVAL DI TORINO Una retrospettiva e un libro per Sono Sion
Chi è Sono Sion e perché il Torino Film Festival gli dedica una intera sezione dell'edizione 2011? A questa domanda - che moltissimi si saranno posti dopo l'annuncio fatto ormai alcuni mesi fa da Gianni Amelio ed Emanuela Martini - cerchiamo di rispondere, presentando il volume "Il signore del caos" uscito in questi giorni (disponibile qui) e intervistando uno dei più grandi esperti italiani del regista nipponico.

Il volume presenta saggi introduttivi della stessa Martini, di Dario Tomasi, Claudia Bertholé, Matteo Boscarol e Luca Calderini, e poi l'analisi di tutti i suoi lavori (oltre 20, elencati nella filmografia a fine libro, di cui 19 proposti a Torino) condotta anche da Giacomo Calorio, Grazia Paganelli, Franco Picollo, Fabio Rainelli.

Un volume da leggere a fondo per capire meglio chi sia uno dei registi più interessanti del cinema giapponese contemporaneo, il cui percorso autoriale è basato finora principalmente sul tema dell'identità e sull'odio.

Per capire meglio chi sia Sono abbiamo pensato di chiedere lumi a Franco Picollo, curatore del libro (insieme a Dario Tomasi) e del blog Sonatine.

Come descriverebbe il cinema di Sion Sono?

Sono Sion è importante perché è un regista, meglio, un intellettuale, che “odia” ancora ma senza aver fatto dell’odio il suo prodotto seriale: tutta la sua opera si stringe infatti intorno all’unico grande tema dell’identità, da cui molti altri aspetti del suo cinema finiscono col derivare. Ultimo degli “arrabbiati”, Sono è ancora capace di interrogarsi, di soffrire e far soffrire, alla ricerca di storie e temi che scavino nella percezione del reale degli spettatori, stupendoli, colpendoli. E lo fa utilizzando i modi e i luoghi artisticamente più provocatori e spiazzanti possibili: l’ipercromatismo, il grottesco, il grandguignolesco, l’intimismo esasperato, il debordare di musiche e scene, i continui spostamenti avanti-indietro della narrazione, il sadomasochismo, l’esasperazione edipica, la spettacolarizzazione del suicidio.

Se si dovesse scegliere un solo film della retrospettiva del TFF, quale consiglierebbe e perché?

Il film “da vedere” è Love Exposure. Come dice Emanuela Martini nella presentazione al volume: “237 irresistibili minuti, tre film in uno e forse molti di più, dove, tra umorismo, arti marziali, voyeurismo, orrori familiari, sette, idilli romantici ed esasperazioni giovanili, i tratti e i temi di Sono si fondono in un inesauribile piacere del racconto, e dove forse Sono restituisce al cinema occidentale quello che Tarantino ha preso in prestito dal cinema orientale con Kill Bill”.

Come recuperare i suoi film? Ne esistono in Italia?

I film di Sono al momento non sono purtroppo disponibili in Italia. Nello scorso mese di settembre, in occasione della presentazione del suo ultimo film, Himizu, al Festival di Venezia è stato annunciato che Fandango ne ha acquistato i diritti per l’Italia. In DVD è possibile trovare in vendita sui siti stranieri specializzati i titoli principali sottotitolati in inglese.

24/11/2011, 10:13

Carlo Griseri