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FESTIVAL DI ROMA - "Il cuore grande delle ragazze" secondo Avati


Presentato in concorso alla VI edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, "Il cuore grande delle ragazze" di Pupi Avati è un Amarcord dei tempi andati. Ben assortita la coppia al centro della vicenda, con un Cesare Cremonini alla prima da protagonista e una brava Micaela Ramazzotti. Prodotto da Duea Film, la pellicola è distribuita da Medusa ed uscirà nelle sale il prossimo 11 novembre.


FESTIVAL DI ROMA -
Nella campagna italiana degli anni '30, vive Carlino, Don Giovanni più per necessità che per passione, che cela dietro al visetto pulito e un alito al "biancospino" un'identità quasi infantile. La moto Guzzi è sempre stato il suo desiderio più grande, fino a quando irrompe nella sua vita la bella Francesca che lo porta a riflettere su concetti a lui molto distanti, la castità e il matrimonio.

Presentato in concorso alla VI edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, "Il cuore grande delle ragazze" di Pupi Avati è un Amarcord dei tempi andati, un'epoca in cui l'amore era così necessario tra le mura di casa, che un padre era disposto a "comprare" un marito alle proprie figlie, in cambio di una moto o di un vitalizio.

Avati è probabilmente il regista italiano più prolifico degli ultimi quindici anni, capace di uscire a cinema anche per due volte in una stagione, a scapito spesso della qualità delle storie raccontate. Per realizzare "Il cuore grande delle ragazze" ha aperto, ancora una volta, i cassetti della memoria, ripescando immagini di un mondo contadino popolato da personaggi tanto originali, quanto ben restituiti sul grande schermo.

Ben assortita la coppia al centro della vicenda, con un Cesare Cremonini alla prima assoluta da protagonista, dopo una piccola apparizione in "Ma quando arrivano le ragazze?" e Micaela Ramazzotti in continua crescita professionale.

Irritante è invece la scelta della voce fuori campo, che sottolinea inutilmente sequenze già esplicitate dalle immagini, e che in molti casi lo rendono più che un film sul passato, un film semplicemente "vecchio". Scelte banali in sceneggiatura, si mischiano a momenti di sincera e funzionale ironia, e fanno de "Il cuore grande delle ragazze" un'opera che nel buio della sala sa entrarti in testa e nel cuore, per poi uscirne con l'accendersi delle luci.

01/11/2011, 12:58

Antonio Capellupo