L'idea originaria era di alternare la ricostruzione delle scene fondamentali della vita della Jena (Giorgio Orsolano) con delle interviste ai sangiorgesi che raccontassero la leggenda come è stata loro tramandata. Proseguendo con il lavoro le interviste vennero estese anche a veri e propri esperti; neuro-psichiatri, criminologi, psicologi e professori universitari che acconsentirono di buon grado a dare il loro punto di vista su quello che è apparso essere un vero serial killer ante-litteram piemontese. Il video si trasforma da cortometraggio in una vera docufiction.
Condannato a morte per numerosi delitti e orribili mutilazioni inferte a giovani vittime, Giorgio Orsolano è additato dai paesani anche come antropofago, questo lascerà in eredità alla popolazione sangiorgese il soprannome di "mangiacristiani" oltre che di “jene di San Giorgio”.
Andry Verga