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Note di regia de "Il Rivoluzionario"


Da molti anni sento l’esigenza di concretizzare e mettere in video i personaggi che nascono dal mio mondo interiore. La sceneggiatura “Il rivoluzionario” nasce da questa impellente esigenza, rendere fattibile un progetto che nasce e si sviluppa senza l’appoggio di una società di produzione, con risorse al minimo, praticamente senza budget. Damiano, il protagonista del film, ha pochi amici ma sono tutti molto legati tra loro. Eccentrici, poveri e felici del loro stile di vita creano un piccolo mondo che fa riferimento a ideali sani e anticonformisti. Celeste, la protagonista, alla fine ne verrà conquistata, la gioia dell’amicizia e delle piccole cose che sovrasta tutto il resto. Una storia romantica e divertente giocata tutta sul dialogo e sulla semplicità di azione. Tutti gli attori, tranne Ettore Nicoletti, che comunque ricopre un ruolo minore, sono alla loro prima esperienza cinematografica. Tecnicamente avevo delle limitazioni fortissime. Non potevo disporre di nessun movimento macchina, non avevo elettricisti o macchinisti, in totale la troupe fissa è stata di quattro persone: io, l’operatore (in realtà due che si sono alternati) e due fonici. A turno siamo stati affiancati dal fotografo di scena, due assistenti tuttofare, dalla truccatrice e dalla costumista. Inoltre anche i giorni a disposizione erano inderogabilmente limitati, non potendo pagare gli attori (hanno recitato tutti gratuitamente), non potevo nemmeno impegnarli a lungo e tutto il film doveva essere completato in 17 giorni di lavorazione. Le locations giocoforza dovevano essere ridotte al minimo e tutte vicine per ottimizzare i tempi di spostamento. La maggior parte del film è stata girata in notturna e questo ha creato altri problemi.
La prima notte non ha funzionato il generatore e ho perso il primo dei 17 giorni. Ho iniziato subito con lo stress da ritardo. Il nuovo generatore era sensibilmente rumoroso, tutte le notti e ad ogni cambio location consumavamo il rito di stendere la lunghissima fila di cavi per tenere il generatore lontano dal set, non potevamo nemmeno permetterci di doppiare il film in un secondo momento, il dialogo doveva essere rigorosamente in presa diretta. Oltre alla regia impersonavo anche il runner e dovevo provvedere a qualunque necessità improvvisa. A riprese iniziate salta una location: il negozio di abbigliamento non è più disponibile. La truccatrice non condividendo appieno lo spirito di gruppo (boia chi molla!) opta per un incarico più redditizio e tranquillo. La tentazione di mollare tutto mi è piombata addosso come un macigno. Ma come cita lo spirito di gruppo, mollare non è previsto. Mi convinsi che Il Rivoluzionario meritasse di arrivare fino in fondo e che quindi bisognava trovare strade ‘alternative’. Il risultato è un film agguantato con i denti e la tenacia disperata di un gruppetto di sognatori, che per una volta ha deciso di sognare in grande, senza limiti e fino in fondo.

Denis Astolfi