Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Bellaria Film Festival 2011: Celebrati
i 50 anni di "Banditi ad Orgosolo"


Il film, a cui è stata dedicata la sezione "Buon Compleanno", segnò il debutto nel lungometraggio del regista Vittorio De Seta.


Bellaria Film Festival 2011: Celebrati i 50 anni di
La storica sezione "Buon Compleanno" del BFF, che celebra ogni anno una speciale ricorrenza della storia del cinema italiano, ha visto protagonista Vittorio De Seta e il suo "Banditi ad Orgosolo". Non potendo essere presente in sala, per accompagnare il film che gli valse il titolo di "Miglior opera prima" alla 26a edizione del Festival di Venezia, il regista siciliano ha voluto far arrivare un suo messaggio al pubblico emiliano:

"Quando cominciai a pensare di dirigere la mia opera prima, avevo già all'attivo una decina di documentari e cominciai a valutare un paio di soggetti. Uno partiva da un'inchiesta di Alberto Moravia, ma mi sembrava non sposasse pienamente la mia idea di cinema come racconto di vita quotidiana, l'altro da uno scritto di Franco Solinas che raccontava la storia di un pastore che fugge portandosi dietro il proprio gregge, soggetto che in passato era già stato trattato. Ricordo che andai sul posto, girai due documentari e poi scrissi un canovaccio di sessanta pagine, accorgendomi che quella che poteva sembrare presunzione era in realtà una grande esigenza di verità.
Partendo da questo canovaccio il film è stato girato nell'ordine in cui è raccontata la vicenda, espresso così naturalmente da una comunità che si venne a formare sul set. Credo sia questo ciò che ha pagato, non tanto il mio talento, quanto l'aver messo il cinema a servizio della verità, tenendo presente un orientamento: “la verità vi farà liberi”. Da quel momento Orgosolo cominciò a vivere di arte, perchè da li in poi cominciarono ad interessarsene scultori, scrittori, artisti, e il paese iniziò a viaggiare verso la modernità a testa alta, senza perdere la propria tradizione, a dimostrazione che l'arte sa essere un importante catalizzatore di cultura.
Per fortuna ciò che con piacere noto in tanti documentaristi contemporanei, è che non hanno perso l'idea dell'arte come funzione essenziale dello spirito, come mezzo per capire la realtà e non solo per raccontarla
".

05/06/2011, 23:10

Antonio Capellupo