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"Le Cose Restano": un film che racconta il presente del nostro paese


"Dopo aver cercato di raccontare il passato del nostro paese con “La meglio Gioventù”, era grande la voglia di parlare del nostro presente con un film che contenesse varie sottotrame e sottotesti". Parola dello sceneggiatore Sandro Petraglia, che assieme a Stefano Rulli ha lavorato diversi anni alla stesura di “Le Cose Restano”, film di sei ore pensato per la televisione, che andrà in onda su Rai1 in quattro puntate nei prossimi mesi.

Il titolo del film prende spunto da un verso di Emily Dickinson e allude alla condizione in cui si vengono a trovare i componenti di una famiglia borghese, sconvolti dalla tragica morte del più giovane componente. Il progetto è costato al regista Gianluca Maria Tavarelli circa tre anni di lavoro e sulla differenza di resa tra televisione e cinema, ha un'idea ben precisa: "Come esistono fiction scadenti, esistono film scadenti. Tutto dipende dal lavoro dei singoli e credo sia arrivato il momento di sfatare il mito che vuole la fiction come sinonimo di mediocrità e sia giusto guardare ogni tipo di prodotto secondo la propria oggettiva qualità".

Tra i protagonisti del film coprodotto da Rai Fiction e France Televisions, Claudio Santamaria, che ammette di aver cercato di non stereotipare il proprio personaggio: "Andrea è omosessuale e molto spesso si assiste a prove d'attore che cercano di interpretare il ruolo del gay esasperando la recitazione. In questo caso ho cercato in ogni modo di dar vita ad un personaggio che non fosse rifiutato dallo spettatore e in cui invece ci si potesse immedesimare". Santamaria nel lungometraggio è “fratello” di Paola Cortellesi a cui, a detta di quest'ultima, è particolarmente legato: "Claudio è uno dei miei più cari amici. Ci conosciamo da quindici anni e spesso non è semplice lavorare con qualcuno verso cui nutri grande affetto. In questo caso è stato il contrario e l'esperienza ci ha legati ancora di più".

Il produttore Angelo Barbagallo considera il film come la terza parte di un grande progetto sul nostro paese, cominciato con “La Vita che Verrà” di Pozzese, proseguito con “La Meglio Gioventù” di Giordana e terminato con il prodotto di Tavarelli, che a differenza del caso precedente, avrà solo il passaggio televisivo e non finirà sul grande schermo.

04/11/2010, 23:10

Antonio Capellupo