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Claudio Cupellini: "Una Vita Tranquilla è
un film con molti livelli di lettura"


Claudio Cupellini:
"Una Vita Tranquilla è un film che ha molti livelli di lettura, dall'attualità al raporto padre/figlio". Così ha descritto il regista Claudio Cupellini la sua opera seconda "Una Vita Tranquilla" in concorso alla 5° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma con protagonista un grande Toni Servillo. "Sono passato dalla commedia al noir in modo molto naturale, anche grazie a tutto il cast, dagli sceneggiatori al montatore, con i quali ho lavorato insieme fin dai miei studi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma", ha continuato il regista.

Toni Servillo si è soffermato in conferenza stampa sul rapporti padre/figlio: "quella tra il mio personaggio e quello di Diego, intepretato da Marco D'Amore, è una storia molto complessa, dettata anche dalla complessità di Rosario, che fugge da un passato per redimersi, ma che poi torna fuori sotto forma del figlio abbandonato tanti anni prima in Italia. La centralità della relazione tra i due ha un suo fondamento nella tragedia greca". L'attore campano ha, poi, parlato della sceneneggiatura: "mi sono subito innamorato della mia parte, anche perchè lo script era di alto livello con un'ottima stesura dei dialoghi. I tre livelli linguistici presenti nel film, italiano, napoletano e tedesco, connotano le relazioni del personaggio, che si approccia in un modo diverso a seconda dell'interlocutore, in napoletano con il primo figlio, in tedesco con la gente del paese e la moglie, in italiano con il secondo genito. Rosario, usa, anche mezzo per nascondere i suoi segreti e sfuggire dal suo passato. Ogni lingua è un cambiamento della storia".

01/11/2010, 13:28

Simone Pinchiorri