La storia dell’unità d’Italia raccontata
da Mario Martone in "Noi Credevamo"


Il racconto del Risorgimento di Mario Martone in un film per capire meglio l’Italia di oggi.


La storia dell’unità d’Italia raccontata da Mario Martone in
"Noi Credevamo" di Mario Martone è un film che tocca alcuni aspetti della lotta che si combatté per ottenere l’unità d’Italia. Martone sceglie di raccontare il Risorgimento per capire meglio l’Italia di oggi, realizzando un film complesso e decisamente ambizioso. In tre ore e ventiquattro minuti si attraversano quarant’anni di storia ottocentesca, dai moti meridionali fino all’Aspromonte con Garibaldi. Il regista ha lavorato sulla sceneggiatura insieme a Giancarlo De Cataldo spesso sintetizzando momenti di storia che, magari, sarebbe stato meglio raccontare a discapito di altri.

"Noi Credevamo" non è comunque un film educativo, anche se in qualche passaggio ci sono sfumature di intento didattico. Tratto dal romanzo di Anna Banti, il film si avvale di un cast spettacolare, fra cui Valerio Binasco, Toni Servillo, Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Francesca Inaudi, Guido Caprino, Renato Carpentieri, Ivan Franek, Andrea Bosca, Edoardo Natoli, Luigi Pisani, Stefano Cassetti, Michele Riondino, Franco Ravera, Andrea Renzi, Edoardo Winspeare, Anna Bonaiuto e Luca Barbareschi. Questa la trama: tre ragazzi del sud Italia, in seguito alla repressione borbonica dei moti che nel 1828 vedono coinvolte le loro famiglie, decidono di affiliarsi alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Nei quattro episodi che corrispondono ad altrettante pagine oscure del processo risorgimentale per l’unità d’Italia, le vite di Domenico, Angelo e Salvatore verranno segnate tragicamente dalla loro missione di cospiratori e rivoluzionari.

"Noi Credevamo" è un film che ha per oggetto la memoria storica. Parlare del passato e, quindi, della nostra memoria storica significa rivedere una parte di quello che è stato fatto per poter meglio capire e, di conseguenza, meglio affrontare il presente. L’Italia è da tempo un Paese intrappolato nel mutamento, non soltanto sul piano ideologico ma anche riguardo alle appartenenze, le aspirazioni culturali e le passioni, che, soprattutto in certi contesti sociali, possono diventare fonti di turbativa. Secondo il regista, questi sono aspetti che vanno approfonditi e analizzati fino in fondo.

Mario Martone è nato a Napoli nel 1959. Dopo una lunga gavetta, l’esordio dietro la cinepresa avviene nel 1992 con "Morte di un matematico napoletano", dedicato alla figura controversa del professore Renato Caccioppoli. La pellicola vince il Premio Speciale della Giuria a Venezia, ma la consacrazione arriverà tre anni dopo con "L’amore molesto", per il quale vince il David di Donatello per la regia. Partecipa al film collettivo "I Vesuviani" (1997), con i migliori talenti partenopei dell’epoca e porta avanti un intreccio molto personale fra teatro e cinema. Nel 2003 gira "L’Odore del Sangue", con Michele Placido e Fanny Ardant.

"Noi Credevamo" sarà nelle sale dal novembre 2010.

09/09/2010, 16:19

Claudia Verardi