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"Il Figlio di Amleto": l'incontro fra un eclettico
artista e un regista "anarchico"


Dall'incontro fra un eclettico artista e un regista giovane e “anarchico”, non poteva che uscirne qualcosa di speciale. Per un anno e mezzo Francesco Gatti ha seguito il pittore Sergio Battarola, convinto che fosse il soggetto perfetto per il film che aveva in mente e la frequentazione divenne così incessante, da titolarlo in un primo momento “Per un po di tempo ero l'unico cliente”. Poi Gatti scoprì gli scritti di Giovanni Testori, intellettuale e critico d'arte, fautore degli inizi della carriera dell'allora sconosciuto Battarola, e allora il documentario, proiettato al Bellaria Film Festival in concorso per il premio “Casa Rossa”, divenne “Il Figlio di Amleto”. Con una regia che non disdegna di manifestarsi in prima persona e con domande degne di un terzo grado poliziesco, il regista bergamasco riesce a penetrare nell'animo del ribelle, che pur nascondendosi dietro ad un paio di occhiali da sole, rivela una grande sensibilità e l'amore per gli eterni Nietzsche e Aristotele. Nonostante la prematura scomparsa di Gatti, la produzione ha voluto portare a termine il lavoro, riducendo l'originale premontato di quasi cinquanta minuti e dando alla luce un lavoro che più di un trattato sull'arte, risulta un perfetto ritratto del Battarola “uomo”, disegnato con l'ausilio di una videocamera, a cui sembra che manchi solo la firma.


Incontro con Sergio Battarola e Giovanni Davide Maderna- prima parte


Incontro con Sergio Battarola e Giovanni Davide Maderna - seconda parte


Incontro con Sergio Battarola e Giovanni Davide Maderna - terza parte


04/06/2010, 10:30

Antonio Capellupo