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Note di regia del documentario "L'Uomo con la Macchina da Presa II"


Note di regia del documentario
Il film “L'Uomo con la Macchina da Presa” è da sempre considerato come uno dei pilastri di tutta la cinematografia. Grazie a una geniale quanto purissima visione della realtà, Vertov, nel 1929 ci consegna l’apice filosofico-poetico del movimento del kinoglaz; il trionfo della realtà sulla finzione, elevando ad insindacabile autorità l’occhio delle cinepresa, che in simbiotica unione con l’operatore costituiscono il cineocchio, l’unico vero strumento di osservazione e riproduzione della realtà. Tutto questo naturalmente anche grazie ad una profondissima conoscenza del mezzo cinematografico seppur ancora in fase embrionale, e all’indispensabile aiuto della moglie Elisaveta Svilova, montatrice del film e co-protagonista insieme al fratello Mikhail Kaufman, vero prolungamento dell’occhio vertoviano. A ottant'anni da allora, con “L’Uomo con la Macchina da Presa II”, abbiamo dato vita a una rilettura contemporanea dell'opera come se fosse idealmente diretta dallo stesso Vertov. Grazie alle possibilità offerteci dal progresso tecnologico e a una rinnovata voglia di stupire abbiamo deciso di esaudire i desideri di Vertov e, nel massimo rispetto delle indicazioni stabilite già a inizio secolo, è nato questo progetto. Il film, che ha come costante riferimento l'originale, mantiene una proporzione in 4:3, quasi totale l'assenza di zoom e di movimenti di macchina, il colore, rispetto l'opera originale, è stato mantenuto in quanto espressione di quell'iper-realismo da sempre perseguito dal regista. Naturalmente, le riprese, essendo state prodotte  da una troup eterogenea, hanno qualità e stili molto differenti tra loro, ma abbiamo creduto che, proprio come esistono differenti tipologie di sguardi sulla realtà, sarebbe stato poco verosimile, uniformare l’intero progetto adottando un unico punto di vista. La colonna sonora, che per il film originale ha costituito la gioia di innumerevoli compositori durante questo secolo, è stata anch’essa pensata in stile vertoviano; abbiamo voluto coinvolgere nel progetto più compositori, tutti formati da realtà diverse, permettendo così al film di godere di forme e stili unici ed originali. Il film cerca di indagare la realtà senza mediazioni attraverso la semplice osservazione del mondo circostante andando a scrutare situazioni differenti, alcune delle quali potrebbero apparire anche particolarmente forti. Il cinema, la vita quotidiana, il lavoro, la fabbrica, la processione del Santo, il mare, lo sport, la danza, la palestra, la pioggia, i paesaggi sono solo alcune delle tematiche che lo spettatore avrà modo di vedere e apprezzare con uno sguardo insolito e curioso.

Emiliano Dalle Mole, Matteo Manzi e Francesca Marra