Fondazione Fare Cinema
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Note degli autori del documentario "+ o – x Nespolo"


Il film è un’indagine stilistica e non storiografica sull’artista rapportato al proprio tempo e all’ambiente che lo circonda, compreso il mondo di artisti a lui contemporanei o coi quali negli anni ha sviluppato un rapporto personale, intellettuale o di affinità lavorativa.
Attraverso una serie di interviste con questi ultimi, integrate da commenti personali di critici, professori universitari e collezionisti, l’intenzione è stata quella di costituire un panorama eterogeneo, frammentario ed univoco allo stesso tempo, così come lo stile dello stesso Nespolo.
Accanto alle interviste si intervallano riprese in reportage di eventi in divenire, durante la lavorazione (inaugurazioni, convegni, consegna di premi), e riprese dedicate al lavoro individuale dell’artista, momenti di lavoro personale, passaggi del lavoro con l’equipe, e naturalmente una selezione di opere pubbliche o esposte in musei riprese in alcuni casi alla presenza dello stesso Nespolo.
Completano il quadro alcuni spezzoni della sua produzione cinematografica, che oltre a presentarsi come un ulteriore tassello del percorso artistico di Nespolo, funzionano al contempo come documento del clima culturale di Torino dagli anni Sessanta a oggi.
Il set principale del film è lo studio dello stesso Nespolo e la Mole Antonelliana nel periodo in cui il Museo del Cinema ha ospitato la personale dedicata all’artista, nell’estate del 2008.
Le interviste e riprese delle opere sono inoltre corredate ed inframmezzate da immagini di backstage realizzate in sei mesi di stretta frequentazione dell’artista. La contaminazione tra la cifra cinematografica del documentario e quella più immediata del reportage è resa soprattutto attraverso il contrasto tra le riprese in mini-DV (backstage e reportage) e quelle in HD (momenti più strutturati, interviste, riprese delle opere).
Rifiutando la voice over, il documentario si presenta composto non diversamente dai quadri a puzzle dello stesso Nespolo. Accostando diversi tipi di approcci, il film ottiene un’unitarietà passando attraverso la frammentazione e la discontinuità. Ogni tassello è indipendente, ma accostato agli altri crea ulteriore significato. Senza pretese di esaustività (la produzione di Nespolo è immensa) si cerca di offrire delle chiavi di lettura di uno degli artisti italiani più amati e criticati allo stesso tempo.
Il lavoro si rivolge alla più ampia distribuzione possibile, tanto al pubblico di semplici appassionati quanto vuole configurarsi d’interesse artistico per gli esperti del settore, non solo per curiosità od originalità. Si presuppone di dare un’analisi e una riscoperta che generi a sua volta domande e dialogo, riflessione sull’artista, sull’uomo, sul rapporto che ancora esso può avere nei confronti della contemporaneità.

Matteo Pollone, Vittorio Sclaverani e Caterina Taricano

16/02/2010, 17:21