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Note di regia del documentario "Mala Apokalipsa"


Note di regia del documentario
L'idea di questo film nasce dalle suggestioni provocate da un luogo, prima ancora che dall'esigenza di ricostruirne la storia organizzando il pensiero in forma razionale. Forse questo genere di suggestioni dipende dal fatto che i luoghi abbandonati ci pongono nello stesso istante di fronte all'elemento vitale, l'esuberante, incontenibile lavorio della natura, e all'evidenza della morte, la decomposizione dei relitti che testimoniano di vite trascorse, sbiadite nel risucchio della dimenticanza.
Il mondo in cui oggi viviamo tende a non conservare rovine per il domani. Ciò che giorno per giorno viene rimosso in quanto maceria, alla stregua di un residuo o rifiuto, allude alle tante rimozioni operate nella società contemporanea: la vecchiaia, la malattia, la morte… occultati sotto il velo ipocrita dell'efficienza, del benessere a tutti i costi o sublimati in qualche serial televisivo. Così il dolore diventa fiction e la memoria una zavorra che mal si adatta ai meccanismi di consumo di una società strutturata sul principio dell'usa e getta.
Ecco, costruire un racconto a partire dalle rovine di un paese abbandonato e della comunità che lo abitava, può essere un tentativo di riparare a queste amputazioni e recuperare, sul margine dell'abisso, qualche frammento di un'umanità poco appariscente, prima che vada definitivamente perduto.

Alvaro Petricig