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L'analisi dei sentimenti familiari nell'alta borghesia
milanese in "Io Sono l'Amore di Luca Guadagnino


L'analisi dei sentimenti familiari nell'alta borghesia milanese in
Tilda Swinton, Pippo Delbono e Marisa Berenson
Film algido e un po' "immobile" nonostante l'ottima interpretazione di Tilda Swinton e di tutto il cast, "Io Sono l'Amore" è uno di quei film che divide la critica: c'è chi lo considera già un capolavoro immenso e chi invece lo etichetta liquidandolo come una commedia scarna e poco ritmata.
"Io Sono l'Amore" sembrerebbe il racconto di una fuga verso il sentimento ma, più probabilmente, verso la libertà di cuore - oltre che di testa - di una donna triste e infelice.

La Swinton, che interpreta una signora insoddisfatta e un po' snob, si lascia andare all'amore con un uomo che fa il cuoco, portando inevitabilmente la sua famiglia verso l'autodistruzone. La trama è complessa e le interessanti tecniche di montaggio e ripresa lavorano tanto sul significato quanto sul significante. I'lluminazione poco naturale e il montaggio frammentato sottolineano il valore di analisi profonda dell'opera che viene scomposta in piccoli frammenti. Guadagnino sceglie di lacerare le immagini e annaspa tra i piani sequenza, scandagliando l'amore e i sentimenti umani in parti piccolissime.
Questa si che è vera introspezione cinematografica.

Nel cast anche Alba Rohrwacher, vista l'anno scorso proprio alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con "Il Papà di Giovanna" di Pupi Avati.

Una curiosità: l'attrice, già Premio Oscar e produttrice del film, ha recitato in italiano.

07/09/2009, 21:04

Claudia Verardi