Fondazione Fare Cinema
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"Taxi to the Dark Side" vince la 9. Edizione
del Festival "Human Rights Nights"


"Mofetas", viaggio di due clandestini tra sogni e paure, vince il concorso cortometraggi. Menzione per César Brie e il suo "Humillados y Ofendidos".



Una scena del documentario "Vida Loca"
"Giunge coraggiosamente a individuare i responsabili primi della clamorosa violazione dei diritti umani nei più alti gradi del governo statunitense, fino a coinvolgere il Presidente stesso". Un giudizio unanime della giuria della 9. Edizione del festival Human Rights Nights proclama "Taxi to the Dark Side" di Alex Gibney miglior documentario in concorso. Spietato resoconto delle tecniche di tortura dell’esercito statunitense, a partire dall’omicidio di un tassista afgano nel 2002, picchiato a morte dai soldati americani, "Taxi to the Dark Side", già premio Oscar come miglior lungometraggio documentario – aggiunge al suo ormai lungo palmarès la vittoria al festival Human Rights Nights: "Per la rigorosa denuncia", recita ancora la motivazione espressa da Vittorio Boarini, dall’artista canadese Guy Lydster e da Paolo Lazzarini di Amnesty International, "condotta con piena padronanza del linguaggio cinematografico, delle torture effettuate metodicamente dall’esercito americano in Afghanistan, in Iraq e a Guantanamo".

C’è spazio poi per una menzione speciale a "Humillados y Ofendidos", documentario di César Brie (applaudito ospite del festival) che denuncia il pestaggio subito dagli indigeni boliviani il 24 maggio scorso: "Il film costituisce, al di là del montaggio affrettato, uno straordinario documento prelevato dal vivo, un brano di realtà colta in flagrante, per dirla con Vertov. Tale documento, inoltre, rivela una condizione socio-antropologica sconosciuta ai più e costringe a riflettere sulla complessità delle circostanze che generano il razzismo e le sue sciagurate conseguenze".

Le speranze e la paura di due clandestini raccontate da Inés Enciso nel suo "Mofetas" vincono invece il concorso dedicato ai cortometraggi. Questa la motivazione della giuria composta da Sunil Deepak, responsabile scientifico AIFO e consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, da Daniela Asquini, responsabile della Videoteca Regionale, e da Mauro Cervellati, presidente del Comitato Regionale UNICEF: "Perché affronta il dramma dell’immigrazione clandestina dei minori in un’ottica di speranza e con immediatezza comunicativa. I due ragazzi protagonisti affrontano un viaggio pericoloso e pieno di incognite con la leggerezza tipica dell’età. Il loro atteggiamento ingenuo e carico di speranze induce lo spettatore a entrare in empatia con loro.

Menzioni poi per altri due lavori del concorso cortometraggi: "Vida Loca" di Stefania Andreotti (sulla vita dei giovani delle bande di strada sudamericane, n.d.r.), "per la capacità di raccontare in modo organico una realtà complessa"; "Viko" di Larisa Kondracki" (sulla rete del traffico sessuale durante il conflitto nell’ex-Jugoslavia, n.d.r.), "per il forte impatto emotivo che suscita nello spettatore".

Frutto di una collaborazione sviluppatasi negli anni è infine il premio assegnato dai detenuti del Carcere Dozza di Bologna: quest’anno è stato scelto "Una Vida Mejor, di Luiz Fernandez Reneo, storia di tre bambini messicani e del loro tentativo di varcare il confine con gli Stati Uniti.

06/04/2009, 11:44