Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Note di regia del documentario "Muretti a Secco - Voci di Puglia"


Note di regia del documentario
Il progetto “Muretti a Secco” chiude il ciclo delle iniziative inserite nel programma delle attività della CGIL Puglia per il Centenario, e si pone quale ponte tra questo e le commemorazioni per il 50° Anniversario della morte di Giuseppe Di Vittorio (Lecco 3 Novembre 1957).
La ricerca è stata svolta con la collaborazione di diverse scuole della regione, del Sindacato Pensionati, della Federazione del Lavoratori dell’Agro-Industria e della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza.
Incentrata sul recupero di canti di lavoro e di lotta in Puglia, ha favorito l’incontro tra generazioni, utilizzando il linguaggio universale della musica, ha veicolato una vera e propria messe di informazioni e di documentazione, combinando ricerca musicale e ricerca storico-sociale.
Essa ha offerto l’opportunità di recuperare quella storia non scritta sui libri di scuola, ma indelebilmente fissata nella memoria dei nostri anziani, testimoni e protagonisti del ‘900, che, attraverso le loro lotte, sotto la guida di Giuseppe Di Vittorio, hanno contribuito a costruire la democrazia e la storia del nostro Paese.
Gli alunni e le alunne, ascoltando la testimonianza diretta di questi protagonisti, hanno imparato a conoscere le condizioni disumane di vita e di lavoro del dopoguerra, la realtà della fame, dell’analfabetismo e del lavoro minorile, dell’emigrazione verso i paesi del nord Europa, l’esperienza del vivere in baracche o nelle masserie disperse nelle campagne pugliesi, lontani dagli affetti, privati anche delle “piccolissime cose” come l’acqua, la luce, il riscaldamento: hanno conosciuto la sofferenza di un’intera generazione, di persone in carne ed ossa, tangibili, lì davanti a loro, che all’epoca avevano la loro stessa età ma che vivevano una condizione assai lontana da quella in cui loro vivono oggi.
Attraverso i racconti delle nonne e dei nonni hanno conosciuto le sofferenze dei migranti di ieri e di oggi: le lavoratrici e i lavoratori che lasciano il proprio paese, che fuggono dalla miseria e dalle guerre e inseguono il sogno di offrire una speranza di vita a coloro che lasciano a casa ed a se stessi; i giovani pugliesi che riprendono la via dell’emigrazione spinti dalla necessità di assicurarsi un lavoro ed un futuro.
I ragazzi hanno capito il ruolo svolto in Puglia dai Sindacati ed in particolare dal personaggio che ne è, senza dubbio, migliore espressione, Giuseppe Di Vittorio, che continua a vivere come un mito, un maestro, come simbolo di rigore morale e di coerenza nella memoria di chi lo ha conosciuto e nella coscienza e nelle menti di chi questa fortuna non l’ha avuta.
Un viaggio nella memoria che, attraverso testimonianze dirette (documenti orali) ed indirette (materiale bibliografico, audio e video), permette di rivivere lo spirito dei nostri avi, passeggiando tra i borghi e le campagne, incontrando nomi, luoghi e mestieri antichi.
Il recupero delle tradizioni è un dovere morale che tutti noi abbiamo nei confronti della nostra Storia, poiché non possiamo avere la pretesa di dire “ Io sono” prescindendo da ciò che “Io sono stato”.
Il Passato, talvolta dimenticato o considerato vecchio e fuori moda, rivela e ci aiuta a comprendere il presente, con il quale va confrontato per costruire al meglio il futuro.
Ci permette di creare legami tra generazioni e mentalità spesso molti distanti; è elemento comune e ponte di collegamento tra individui di età diverse ma abitanti dei medesimi luoghi; può portare alla nascita di interessi comuni verso la propria terra, la propria tradizione, le proprie radici.
Non un semplice archivio di ricordi o una raccolta di materiale bibliografico, ma rivitalizzazione e fruizione degli stessi.
Significativo in questo senso, un pensiero di Giovanni Papapietro:
…bisogna ricercare, ricercare sempre, perché riscoprire è come creare.
Quello che riscopri è sempre nuovo. E cambia sempre qualcosa anche minima del tuo presente…E il passato!
Il passato non è mai solo passato. Quando è rievocato, ritrovato,ripercorso, è sempre come resuscitato, e ricomincia sempre nuovo e diverso. E diviene Presente, E muta il presente…
”.
Questa ricerca quindi vuole essere un punto di partenza e uno stimolo per una nuova coscienza collettiva ma anche un momento di riflessione sulle analogie e le differenze tra passato e presente.
Il titolo “ Muretti a Secco”, emblema della nostra terra, intende evocare e l’immagine delle campagne e dei mestieri passati e il rapporto padrone-operaio che era ed è alla base della vita di gran parte degli individui della nostra regione, Basti pensare ai canti dei braccianti del Tavoliere o delle tabacchine nel Salento e ancora le voci dei pescatori delle nostre coste, i canti degli emigranti.
Emigrazione, precarietà del lavoro, disoccupazione e disagio, sono temi purtroppo ancora troppo attuali che affondano le loro radici proprio in quel Passato che i canti e le testimonianze ci tramandano.
Muretti a secco è un cofanetto composto da un libro di raccolta di canti testimonianze e foto, un DVD contenente un documentario della durata di 48’ e un cd musicale di sei brani (uno per ogni provincia più uno regionale) in cui brani della tradizione e d’autore si fondono attraverso sonorità e strumenti antichi e moderni.
Di qui nasce l’idea di un vero e proprio spettacolo per la divulgazione di questo lavoro e soprattutto per rendere grazie e far conoscere a tutti i protagonisti della vita in Puglia nel ‘900.
Accanto alla proiezione del documentario, viene allestita una mostra fotografica del materiale ritrovato in questa ricerca: vita dei campi, quotidianità, immigrati di ieri e di oggi .
A conclusione l’esibizione musicale con l’esecuzione di brani provenienti dalla tradizione e opere inedite frutto della collaborazione di diversi autori pugliesi e musicate e riarrangiate dal sottoscritto.
Il tutto arricchito da proiezioni video, luci, suoni e colori ed atmosfere che rievocano il passato e riflettono il presente.
Spesso nell’evento è prevista la partecipazione di anziani,ormai ultrasettantenni, testimoni e protagonisti del periodo storico analizzato,che attraverso i loro racconti, i canti e le risposte alle tante domande, dimostrano di essere i veri detentori e custodi della nostra tradizione e della nostra storia.

Francesco Sossio Sacchetti