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Festival di Locarno 2008: report 13 agosto / Dì qualcosa di sinistra!


Festival di Locarno 2008: report 13 agosto / Dì qualcosa di sinistra!
Nanni Moretti (fotografia: SDV)
Sono ormai giunta alla metà della mia sempre più entusiasmante settimana locarnese. Oggi in particolare è un giorno ricco di proiezioni importanti e della conferenza stampa con Nanni Moretti in occasione della retrospettiva a lui dedicata.
La conferenza inizia con una richiesta ai giornalisti in sala, da parte del direttore del Festival Fréderic Maire, di parlare di cinema e non di politica. Richiesta che, ovviamente, non è stata accolta se non per i primi dieci minuti... Nanni (è talmente familiare che mi permetto di chiamarlo così) motiva i film da lui selezionati in qualità sia di esercente sia di spettatore ed è cortese, ironico e autoironico. Risponde alle domande e insinuazioni dei giornalisti con grande eleganza ("Fare il regista è il mio mestiere... per questo non mi dispiaccio se vengo preso sul serio") e qualche frecciatina ("Alcuni giornalisti pensano che dicendo cose spregevoli, comportandosi in modo spregevole, si risulti più intelligenti; in realtà, così facendo, si risulta solo spregevoli"). Sul governo italiano e Berlusconi si dice preoccupato perché nemmeno i più giovani sembrano condannare il fatto che il nostro Presidente del Consiglio sia il detentore di un così grande potere mediatico, ma al contrario, sono nati e cresciuti pensando che questo fosse normale. Un conflitto di interessi gravissimo, che se fosse accaduto in altri Paesi civilizzati d'Europa in proporzioni anche molto inferiori avrebbe scatenato un putiferio. In Italia questo non accade.

In seguito assisto alla proiezione di Storyofjen di François Rotger per la International Competition, che racconta la storia di un'adolescente con una brutta situazione familiare (il padre è morto in circostanze non chiare, la madre cerca di rifarsi una vita ma è costantemente giudicata dai compaesani) che subisce una violenza da parte di un lontano conoscente del padre di cui è infatuata. Il film è molto bello nonostante qualche caduta di tono (e di stile) qua e là, e meraviglioso è il contesto naturale nel quale è raccontato: una natura magnifica che ricorda i paesaggi montani di Brokeback Mountain.

Prince of Broadway di Sam Baker (Filmmakers of the Present Competition) è un film basato sull'improvvisazione degli (ottimi) attori. Prince è Eduardo, un bimbo di pochi mesi temporaneamente affidato dalla madre al presunto padre, Lucky, un aiuto-venditore di merce contraffatta nel retrobottega di un negozio di Brooklyn. Durante lo svolgersi degli eventi si scopre che "temporaneamente" non è il termine esatto, visto che Linda è costretta a sbarazzarsene per volere del suo nuovo fidanzato. L'arrivo di Prince (questo il nome bizzarro datogli dal padre) sconvolge la vita di Lucky: tutti i suoi soldi finiscono in pappe e giocattoli, gli affari vanno a rotoli, la fidanzata lo lascia. Quando decide di fare il test del DNA per scoprire se è veramente suo padre, Lucky è già inseparabile dal bambino.

Un rapido spostamento di location e sono al cinema Ex Rex, dove saranno proiettati il Film Quiz di Nanni Moretti (preannunciato oggi in conferenza stampa, sarà una sorta di test cinematografico - difficilissimo - per chi vorrà cimentarvisi) e La ricotta di Pier Paolo Pasolini. Un film del 1963 di denuncia sociale e dissacratorio nei confronti della religione. Orson Welles è immenso. Orson Welles, lo ripeto, è immenso.

Oggi sono instancabile, e il mio prossimo film è Khamsa di Karim Dridi, per la sezione Piazza Grande. L'undicenne Marco fugge dalla famiglia cui era affidato e torna a Marsiglia, per andare alla ricerca del campo nomadi in cui è nato. La madre lo respinge e suo padre si è rifatto una vita, ma Marco può contare sull'affetto dei suoi amici e del cugino Tony. I ragazzi vivono alla giornata tra furti, rapine e combattimenti di galli: qualcuno finisce in prigione, altri riescono a scappare e Marco è tra questi... ma la fortuna non è sempre dalla sua parte.

Concludo la serata con la proiezione di Palombella Rossa in Piazza Grande. Delirante e geniale, con un Nanni lacerato tra la veste di giocatore di pallanuoto e quella di dirigente del partito comunista. Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi? Non ricordi?


Non ricordi? Non ricordi?





Non ricordi?

14/08/2008, 09:51

Simona Dalla Valle