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Intervista a Valentina Carnelutti sul film "Sfiorarsi"


Abbiamo intervistato l'attrice, autrice del soggetto e sceneggiatrice del film "Sfiorarsi" (2006, Italia, 99', prodotto dalla Veradia Film - Misami con regia di Angelo Orlando) Valentina Carnelutti: "Oggi è tutto accessibile e tutto veloce. Tutto si consuma molto in fretta. Credo che l’amore voglia tempo e spazio e cura, allora è capace di rinnovarsi e crescere e stupire. Io credo nel tempo".


Intervista a Valentina Carnelutti sul film
Come è nato l'incontro artistico con Angelo Orlando per la realizzazione del film "Sfiorarsi" di cui avete scritto soggetto e sceneggiatura?
Valentina Carnelutti: Angelo e io ci siamo conosciuti nel 1992, lavoravo al Teatro dell’Orologio a Roma, il pomeriggio facevo le prove e la sera stavo alla cassa a vendere i biglietti di uno spettacolo che era in scena, era uno spettacolo di Angelo! Negli anni ci siamo incontrati più volte senza mai conoscerci bene, poi ci siamo trovati sul set di un film per la TV, è stato il nostro primo lavoro insieme. Poco a poco è nato un rapporto forte, solido, che mi ha dato il coraggio di mettermi a scrivere, da sola non osavo, con Angelo è stato facile. Poi insieme abbiamo fatto uno spettacolo a teatro, "Casamatta Vendesi, da cui ora si dovrebbe fare il film.

Nella stesura del progetto ha avuto un ruolo importante l'ambiente che circonda i due protagonisti e come avete voluto collocare la loro storia d'amore nel paesaggio?
Valentina Carnelutti: "Sfiorarsi" è stato scritto in diversi momenti. La prima stesura è del 2000 – 2001… poi ci sono state molte revisioni, a un certo punto sembrava si dovesse girare in Francia e abbiamo ribaltato tutta la storia perché fosse ambientato a Parigi. La coproduzione francese è saltata e siamo tornati in Italia. Così la storia si è spogliata poco per volta delle connotazioni geografiche per cercare invece una precisa connotazione intima, per svolgersi in un ambiente interiore cui la città fa solo da supporto. Mi piace pensare che si sarebbe potuto girare in qualunque altra città europea.

"Sfiorasi" è un film sull'amore. Secondo lei c'è ancora spazio per l'amore nella nostra società piena di problemi e contraddizioni?
Valentina Carnelutti: Problemi e contraddizioni fanno parte della società. Sempre e da sempre. Così come l’amore. Certo che c’è ancora spazio per l’amore e ce n’è bisogno! La domanda casomai è se c’è tempo per accorgersene, per starci dentro all’amore. Oggi è tutto accessibile e tutto veloce. Tutto si consuma molto in fretta. Credo che l’amore voglia tempo e spazio e cura, allora è capace di rinnovarsi e crescere e stupire. Io credo nel tempo.

Nel film interpreta il ruolo di Céline è un’attrice trentenne. Cosa c'è di Valentina nel personaggio di Céline?
Valentina Carnelutti: Certo c’è qualcosa di me nel personaggio di Céline, ma potrei dire lo stesso di tanti altri ruoli interpretati. Infatti cerco in me le ragioni, le emozioni, le parole per difendere tutti i personaggi su cui lavoro, per mischiarmi a loro. Le parole di Céline le ho anche scritte, quindi forse mi appartengono dall’inizio. Ma dalla scrittura a oggi è passato del tempo, e a momenti mi pare così lontana, come un’amica che non vedo da tanto tempo. E insieme direi che c’è qualcosa di me in ciascuno dei personaggi di "Sfiorarsi": la bambina che chiede la luce accesa e vuole stare sveglia a chiacchierare, il regista che sogna un film girato nel silenzio, la madre che si preoccupa per la stanchezza della figlia… Poi c’è tutto ciò che non è me. Che è la scrittura di Angelo, la sua regia. Le sue scelte, i suoi tagli. Tutto ciò che mi permette di guardare il film oggi con distacco, apprezzarne delle cose, criticarne altre.

Ci può raccontare qualche "aneddoto" avvenuto sul set del film?
Valentina Carnelutti: Sul set ero abbastanza silenziosa e concentrata. Ricordo le scene, in dettaglio, le inquadrature per filo e per segno. Ma le cose che mi fanno sorridere oggi a ripensarci sono difficili da condividere… Come certe barzellette raccontate male, mezze dimenticate.

Come sta avvenendo la distribuzione di "Sfiorarsi" in sala?
Valentina Carnelutti: "Sfiorarsi" è uscito a Roma al Filmstudio a Trastevere, una sola copia. Non ha avuto finanziamenti per la distribuzione quindi si è avvalso dell’aiuto di Sentieri Selvaggi e dell’appoggio di Atalante Film, di una prevendita di biglietti che garantisse la presenza in sala per la prima settimana, il tempo perché cominciasse un passaparola tra il pubblico. La prima settimana è andata bene considerando l’esiguità della sala e la mancanza di promozione ‘ufficiale’, il film ne ha conquistata una seconda e con i primi incassi sono state stampate altre tre copie che gireranno per l’Italia con lo stesso sistema… Mantova Brescia Bari e via così…

Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane, che come "Sfiorarsi" trovano poco spazio nei canali principali di distribuzione?
Valentina Carnelutti: Dovrei rispondere con un saggio tra cinema e politica a questa domanda. Credo che se ciascuno si occupasse onestamente di fare il proprio lavoro con cura ci sarebbero meno difficoltà. Esercenti major registi distributori produttori finanziatori... Anche per quanto riguarda il cinema, come per l’amore, credo ci sia bisogno di tempo. Alcuni film conquistano le persone poco per volta. Forse ci vorrebbero dei cinema "coraggiosi" capaci con gli incassi di una sala di tenerne un’altra occupata da film meno conosciuti ma forse degni di attenzione. E poi la critica… credo che il "dibattito" susciterebbe interesse nel pubblico più di quanto non lo facciano alcuni giudizi insindacabili per quanto positivi.

Oltre a "Sfiorarsi" ha intepretato anche altri due film usciti recentemente in sala, "Caos Calmo" e "Tutta la Vita Davanti". Ci può brevemente parlare di queste su due esperienze lavorative?
Valentina Carnelutti: Aggiungo all’elenco "Jimmy della Collina", che forse è quello di cui c’è più bisogno di parlare vista la difficoltà distributiva. Si tratta di un film tratto dal racconto omonimo di Massimo Carlotto, ambientato in Sardegna tra il carcere minorile di Quartucciu e la comunità La collina di Don Ettore Cannavera, un film sull’adolescenza, sulla riabilitazione e il lavoro come alternativa alla detenzione carceraria – fucina di delinquenza, un film sulla seconda possibilità. Per me un’esperienza significativa in termini umani e lavorativi, dove l’emozione di certi incontri si è mescolata morbidamente al lavoro, dove la paura di sbagliare ha nutrito il mio personaggio e mi ha dato la forza per sostenerlo fino in fondo senza giudizi.
"Tutta la Vita Davanti" è stato un vero regalo. L’occasione per fare qualcosa di apparentemente molto diverso da me. Devo ringraziare Paolo Virzì per essersi fidato, per avermi spronata ad osare e quindi a inventare una voce dei gesti degli sguardi che sicuramente mi abitavano ma erano nascosti. Perché questo accade: siamo pieni di personaggi dentro che coltiviamo con cura in attesa di liberarli, fargli prendere luce, anche solo per un attimo, come è stato con Grimaldi in "Caos Calmo"… pochi minuti in cui ho cercato di raccontare un frammento di vita – una vita che esiste, anche prima e oltre l’inquadratura.

Come considera l'attuale panorama cinematografico italiano?
Valentina Carnelutti: C’è di tutto. Vado al cinema più che posso e mi spiace a volte dover correre per non perdere dei film che restano in sala appena una settimana, a volte solo un giorno! Ma ci sono registi eccellenti. Noti e meno noti. E malgrado le difficoltà viviamo in un paese ricchissimo di persone da raccontare e di storie e di storia. E siamo qui per raccontarle. Mi piacciono gli autori coraggiosi. I film imperfetti. Gli attori preparati tanto da sembrare veri. I registi che scelgono.

15/05/2008, 18:26

Simone Pinchiorri