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Intervista a Nina Mair e Robert Jahn sul film "Libertà"


Intervista a Nina Mair e Robert Jahn sul film
I registi di "Libertà" Nina Mair e Robert Jahn
Da cosa è nata l'idea per la realizzazione di "Libertà", il vostro documentario sulle TeleStreet?
Nina Mair: L´idea di fare un documentario che avesse come tema una o più Telestreet è nata dalla lettura di alcuni articoli di giornali e dalla voglia di scoprire e far scoprire (soprattutto all´estro) una forma di resistenza molto particolare. Mentre “Libertà” è nato da una visita, quasi casuale, a TeleMonteOrlando e da una cena con i suoi attivisti.
Robert Jahn: Guardando dall´estero la situazione dei media in Italia, osservando il monopolio che c´era in questo periodo sul mercato televisivo, per me come giornalista era sempre una situazione che trovavo strana e anche pericolosa! Poi Nina mi ha fatto conoscere queste microTV della Telestreet, che, lavorando senza soldi, spesso senza esperienza nel settore, senza attrezzatura professionale, senza niente, solo con la voglia di fare e di far vedere, hanno provato a essere un contropolo contro la realtà del potere mediatico. La situazione che c´era in Italia, che portava persone “normali” a creare una contro realtà televisiva, e per questo hanno aperto TV pirata era una cosa unica nel mondo.

Come avete lavorato per la realizzazione del documentario?
Nina Mair: Quando abbiamo deciso di fare un documentario sulle telestreet, il progetto era un pò diverso: volevamo mostrare all´interno di un film diversi canali pirata. Dopo una lunga ricerca telematica e telefonica, è seguita quella sul campo. Robert ed io abbiamo girato l´Italia visitando i canali che a noi sembravano più significativi. Quando abbiamo incontrato Antonio e gli Orlandones I nostril progetti sono cambiati e abbiamo deciso di dedicare il documentario solo a TMO e Gaeta. Abbiamo avuto poco tempo per La ricerca di finanziamenti. Avevamo trovato un canale televisivo in Germania che era molto interessato ma purtroppo all´ultimo momento l´accordo è saltato. Per fortuna la Provincia di Bolzano, Dipartimento Cultura Italiana, mi ha concesso un finanziamento come artista che ci ha permesso di coprire 2/3 delle spese. Ad inizio marzo 2006 ci siamo trasferiti per cinque settimane a Gaeta, dove abbiamo realizzato le riprese.
Robert Jahn: Dopo la decisione di fare un film che, invece di descrivere le diverse realtà della TeleStreet, si fosse concentrato solo su TeleMonteOrlando, abbiamo anche cambiato il modo di produrlo. L´idea principale prevedeva un team abbastanza grande, in cui Nina era solamente la regista e io solo il produttore.
A Gaeta invece abbiamo lavorato in tutto un altro modo. Eravamo solo in due, registi e team allo stesso momento. Come Nina ha già detto prima la collabarazione con un canale televisivo tedesco e stato cancelatto all´ultimo momento, così la realizzazione del film è stata resa possibile solo dal supporto dalla provincia del Sudtirolo. In particolare i finanziamenti dalla Ufficio della Cultura Italiana e la collaborazione della Zelig, scuola di documetario, tv e nuovi media per la postproduzione. A parte questo abbiamo anche ricevuto supporto tecnico da amici di Lipsia, che ci hanno fornito grande parte dell`attrezzatura.

Quante ore di ripresa avete eseguito e cosa avete preferito montare del materiale raccolto?
Nina Mair: Abbiamo fatto troppe ore di ripresa, d´altro canto rientrava nei nostri piani perchè abbiamo scelto di girare senza una sceneggiatura rigida. Naturalmente sapevamo cosa volevamo dire, ma abbiamo deciso di rimanere aperti agli avvenimenti. Per fortuna la ZeLIG, la scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano, che ho frequentato, offre aiuto agli ex-studenti che producono il loro primo film post-diploma e ci ha messo a disposizione una stazione di montaggio senza vincoli temporali troppo rigidi. Durante il montaggio abbiamo avuto gli usuali problemi nel decidere le scene da tenere e quelled a escludere. Ci sarebbero state molte altre cose divertenti o importanti. Noi ci siamo concentrati su Antonio e sul suo ruolo non solo come fondatore di TMO ma anche come importante e scomodo per Gaeta. E abbiamo cercato di descrivere la realà di una TV di strada nei suoi aspetti, a nostro parere, più interessanti ma anche più scurrili.
Robert Jahn: Abbiamo girato 60 ore di materiale DVCAM e anche raccolto più di 20 ore di materiale di TMO che doveva entrare a far parte del film. È un numero di ore piuttosto alto che ha a che fare con lo stile che avevamo scelto per il film. Non abbiamo fatto interviste, ma seguito e osservato molto intensamente vita e lavoro dei nostri protagonisti, soprattuto di Antonio Ciano. L´idea era quella di far capire chi è e cosa vuole Antonio. Fare vedere la vita di Gaeta. Fare vedere come funziona TeleMonteOrlando e che rapporto si è instaurato tra Antonio, gli Orlandones e Gaeta e i suoi cittadini. Queste erano le componenti che ci sembravano più importanti per fare funzionare il film. A parte questo per me era anche importante fare rientrare dei momenti divertenti nel film!

Come avete vissuto Gaeta ed in particolar modo a contatto con Antonio Ciano?
Robert Jahn: Devo dire che per me essere a Gaeta è stata un´esperienza molto particolare e anche molto bella. Sono già stato un paio di volte in Sud Italia per altri lavori. Ma non ho mai avuto contatti così intenso. Era una situaziome veramente particolare perchè già dopo un paio di giorni siamo stati accolti come parte della città. Ciò era dovuto soprattutto al fatto che, riprendendo Antonio durante i suoi servizi, succedeva spessisimo che lui riprendesse noi. Così poco dopo il nostro arrivo tutta la città sapeva chi eravamo e cosa volevamo fare! È stato molto comodo perchè ciò ci ha permesso di avere un contatto immediato e relativamente profondo anche con persone che vedevamo per la prima volta. La situazione in cui ci ha aiutato vermente moltissimo è stato il viaggio con i fedeli a San Giovanni Rotondo

Cosa ne pensate di TeleMonteOrlando e delle TeleStreet in generale?
Robert Jahn: La idea principale di TMO ma anche di tutta la TeleStreet mi piace tanto: dare spazio a tutti. E fare vedere cose che normalmente non si vedono in TV. E questo anche in un modo formalmente diverso! La cosa più sorprendente per me è il fatto che gli attivisti di TMO a Gaeta lo stanno facendo da cinque anni Senza soldi e avendo tutti un altro lavoro “ufficiale” da svolgere. Per questo TMO per me è una TV come tutte le TV dovrebbero essere, anche se dal punto di vista professionale sono un giornalista televisivo, il loro modo di realizzare dei servizi si potrebbe facilmente criticare. Secondo me però non è importante! Quello che importa è che TMO svolge un lavoro enorme e importantissimo. Quanto ciò sia vero per le altre TV di strada non posso giudicarlo. Gaeta è una bella cittadina con degli abitanti molto aperti ed ospitali. Naturalmente ha i suoi problemi (la politica comunale piuttosto movimentata, il fatto di essere costituita in gran parte a territorio demaniale, la scarsità di lavoro e soprattutto di alloggi). Noi ci siamo trovati molto bene, grazie anche ad Antonio, Erasmo, Damiano, Mino, Ambra, Gino e Giampiero ci siamo integrati nella vita cittadina nel giro di pochi giorni. Per quello che rigurda Antonio vale lo stesso. È un uomo dale larghe vedute, sempre pronto ad aiutare gli altri e…sempre in movimento. Dopo una settimana circa di reciproco “annusamento” siamo diventati un team.

Che riscontro ha avuto finora la pellicola nei vari festival in cui è stata presentata?
Nina Mair: In Italia il film è stato presentato a diversi festival. Diciamo che siamo più un film che viene apprezzato dal pubblico che non dalle giurie. In sala, nelle discussioni dopo la visione, abbiamo avuto sempre riscontri entusiasti. Le persone erano incuriosite dalla realtà delle Telestreet, dale idee di Antonio sul Risorgimento e sulla causa del Sud. All´estero non abbiamo ancora avuto molti riscontri. Siamo stati invitati alla Transmediale, a Berlino e “Libertà” è stato proiettato per due sere in un cinema di Lipsia. Il pubblico era divertito e molto impressionato dal lavoro di TMO.
Robert Jahn: Il pubblico era sempre entusiasta del film. Sia in Italia che anche in Germania! Poi in Italia gira abbastanza bene nell´ambito dell festival. Anche se finora non abbiamo avuto successo vincendo qualcosa. Ma spero che le cose cambino! No, a parte gli scherzi. Per quello ch rigurda i festival siamo soddisfatti, speriamo di poter presentare presto il film al di fuori di Italia e Germania!

Come credete si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
Robert Jahn: Parlando di documentari ciò che è sicuro è che la gente è interessata a vederne! Quando “Libertà” è stato proiettato per un giornata, in tre turni diversi, al cinema di Gaeta sono entrate 1700 persone! Chiaramente è una cifra che non può essere confrontata con altre, essendo “Libertà" anche un film su Gaeta. Ma comunque dimostra che se i distributori e i proprietari di cinema avessero più fiducia nella forza dei documentari e di quei film che descrivono realtà più vicine alla gente, invece che produzioni hollywoodiane, anche queste possono diventare dei successi. Ma chiaramente ciò che aiuterebbe anche molto sarebbe una migliore promozione e un supporto finaziario più alto per la distribuzione in sala.

Come considerate il panorama cinematografico italiano attuale?
Robert Jahn: Se lo confronto con la Germania, l´output come quantità, creatività e qualità è simile. Ma a me sembra che in Germania sia piu facile entrare nel mondo del cinema, il sistema della “raccomandazione” non è così forte! Per quanto riguarda i documentari in particolare, la Germania dà più possibilità sia come finanziamenti sia come spazi televisivi e cinematografici.

08/06/2007

Simone Pinchiorri