Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del film "Ma che ci faccio qui!"


Note di regia del film
I giovani protagonisti del film di Amato
Quando ho iniziato a lavorare sulla sceneggiatura con i miei collaboratori, ero spinto dall’esigenza di raccontare qualcosa che mi apparteneva. E quello che mi appartiene del film, è l’energia di Alessio, la sua voglia di spaccare il mondo pur di realizzare i suoi sogni. Si tratta di una sorta di incoscienza che rende gli adolescenti, e non solo, determinati e un po’ “fuori di testa” allo stesso tempo. Questa incoscienza travolge tutti coloro che Alessio incontra: Martina, Tonino, Corinna e Saverio addirittura seguiranno i suoi consigli fino ad accettare come positivi anche cambiamenti particolarmente dolorosi.
Per questo abbiamo dedicato lungo tempo alla ricerca dell’attore che interpretasse il ruolo di Alessio: su di lui si doveva reggere tutto il film, perché la storia è raccontata dal suo punto di vista.
Il casting per questo ruolo è durato sette mesi. Il film aveva bisogno di un ragazzo deciso, intelligente, ironico ma anche un po’ buffo, qualcuno con cui il pubblico si potesse identificare. Alla fine ho incontrato Daniele De Angelis, che allora aveva 17 anni. Mi ha subito colpito, oltre che per la sua fotogenia, per la sua maturità e la sua spontaneità. Tra di noi si è subito instaurato un rapporto di fiducia reciproca. Mi ha dato molte soddisfazioni lavorare con Daniele, alla sua prima esperienza sul grande schermo eppure così incisivo e soprattutto così professionale sul set. E’ riuscito a calarsi perfettamente nel personaggio di Alessio, che trasforma le sventure in avventure attraverso il suo irrefrenabile entusiasmo. Anche per Daniele, come per il suo personaggio, questo film è stato un viaggio di maturazione e io ho cercato di portare sullo schermo tutte le sue emozioni.
Il film si snoda su vari registri emotivi, legati all’avanzare del percorso di Alessio in relazione con le persone che incontra. Le mie scelte estetiche di regia hanno seguito il punto di vista del protagonista e lo spirito della commedia. Ho privilegiato movimenti ampi della macchina da presa, per mettere in evidenza il rapporto di Alessio con il nuovo mondo che lo circonda e con la coralità dei suoi personaggi. L’uso del dolby e della steady comunicano un senso di leggerezza e di avventura, con continue sorprese dietro l’angolo. La commedia poi scaturisce proprio a partire dal contrasto tra i desideri ed i pensieri di Alessio, e quello che realmente gli accade intorno. Ho cercato di farmi ispirare da uno certo spirito dissacratorio. Invece i colori accesi valorizzati dalla fotografia e dalla scenografia, ci proiettano in un’atmosfera anche un po’ “da favola”, così come la percepisce Alessio. Anche lo stabilimento La Serenella sembra irreale, quasi un “disco volante” atterrato sulla costa per caso, così come i suoi abitanti. Nonostante sia abusivo, anzi forse proprio per la sua abusività, non può che farci simpatia. La costa a 70 km da Roma, dunque, inizia quasi a sembrare ad Alessio una di quelle capitali europee che sogna di raggiungere…magari proprio Obuda con il suo grande raduno di campeggiatori (Festival di Sziget a Budapest).
Sicuramente la carica comunicativa del film, è stata favorita anche dalle dinamiche produttive che ne hanno caratterizzato la lavorazione. Un’opera prima, ma soprattutto un’intera troupe di allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, persone con cui lavoro da tre anni e con cui di conseguenza ho creato un’intesa artistica molto forte. L’entusiasmo del gruppo ha coinvolto anche gli attori, le maestranze e i produttori. Una tale comunione di intenti è fondamentale per la buona riuscita di un film, e penso che, nel caso di “Ma che ci Faccio Qui !”, il tutto sia riuscito ad arrivare anche sullo schermo.

Francesco Amato (regia e sceneggiatura)