Fondazione Fare Cinema
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Furio Spinosi  (15/09/2008 @ 12:42)
C'è chi definirebbe tutto ciò una 'provocazione', un atto di ribellione. Corsicato, come ha fatto sempre, racconta la sua storia, molto liberamente ispirata a "La marchesa von O" di Heinrich von Kleist, attingendo da un vastissimo universo cinematografico comprendente anche se stesso (infatti si autocita). Egli definisce il suo film "una soap opera acida, surreale, non naturalistica". La Ferrari, che nel film interpreta l'amica della protagonista, ha detto che dietro questa patina del film si nasconde il nostro marcio. Coglie nel segno la Ferrari, il marcio c'è eccome e si punta molto in alto nella sequenza in cui, ormai perduta, Veronique (la Murino), crede di essere come la vergine Maria ed entra in un negozio di finte suore.... Corsicato ha girato un film pieno di nomi che attirano il grande pubblico, in particolare i giovani (Murino, Gassman jr, Martina Stella, Isabella Ferrari etc.), riceve quasi per la prima volta una grande distribuzione, aiutato dalla vetrina di Venezia, per sottoporre agli occhi ipnotizzati dai media del pubblico da multiplex... Un film che vuole schiaffeggiare dunque la stupidità, l'apatia e l'ignoranza degli italiani figli di Maria de Filippi, Sex and the city e simili, dando loro in pasto un piatto solo apparentemente fatto del loro pane quotidiano. In questo dunque Martina Stella con la sua bella presenza, ma anche bravura, si presta ad un gioco interpretativo tutt'altro che cerebroleso nell'impersonificazione di Nike, la commessa del negozio di vestiti gestito da Veronique e famiglia. Il film è semplicemente geniale e pur essendo una continua citazione, ciò non distrae dal seguire la vicenda kleistiana, cosa che invece accadeva un po' in "Chimera", che volente o nolente, si arrampicava un po' troppo sugli specchi kubrickiani-schnitzleriani di "Eyes wide shut" e "Doppio sogno". La Murino toglie il fiato e sembra una diva del cinema patinato degli anni '50, Gassman che vende fertilizzanti ma è sterile, è talmente comico che ti verrebbe da piangere. Iaia Forte, attrice feticcio di Corsicato, appare quì inevitabilmente appesantita dagli anni, ma è bravissima come sempre, anche con battute insulse e di ritaglio. Si recita eccome in questo film, si mostra la recita costante che sono le nostre vite, quindi il film è tutt'altro che esente dall'essere in continuo dialogo col pubblico sensibile.
Wanda Balta  (13/09/2008 @ 23:50)
Davvero deludente questo film. A chi è venuto in mente di costruire una commedia e non una tragedia su uno stupro? E cio' che è grave è l'avere presentato lo stupratore come un personaggio positivo,un innamorato,che ha abusato della donna in uno stato di incoscienza, essendo stata vittima di una precedente aggressione violenta da parte di altri due giovani. E' un messaggio eticamente negativo e socialmente pericoloso. Deludente la sceneggiatura e deludenti le interpretazioni soprattutto della Stella e di Gassman,che si confermano attori mediocri.
Francesco Gangemi  (07/09/2008 @ 11:31)
il film invece delude molto
Francesco Gangemi  (28/08/2008 @ 20:01)
questa copertina è un capolavoro....bellissima! non perchè ci sia un seminudo femminile, ma per l'idea.... è una copertina degna di hollywood, diversissima dalle/di solito brutte/ copertine italiane!

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