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Marcello Guidetti  (01/10/2006 @ 00:00)
Il cinema italiano ha smesso da tempo di occuparsi in modo diretto di storie di droga e di tossicodipendenti. L’ultimo di cui ci ricordiamo è "Amore Tossico", un film dell’83 che documentava la giornata di un gruppo di ragazzi tossicodipendenti. Ed è difficile trattare questo tema senza scadere in moralismi o senza dettare la propria ricetta di salvezza. Tekla Taidelli ci prova mettendo in scena un "quasi" documentario, servendosi di attori non professionisti e utilizzando vari linguaggi (videoclip, docu-film, "finti" filmati d’epoca). Le immagini sono spesso sfocate, in movimento, i suoni alti e distorti come a volerci far entrare nel mondo di chi si buca. Zanna e Tekla, lui tossico e lei punk cocainomane e tossica a modo suo, provano a costruire qualcosa insieme senza riuscirci. Vediamo quella che è la loro vita, cosa passa loro nella testa e come vivono. Il film diventa volutamente sgradevole, si sposta spesso verso il turpiloquio e fa emergere il vuoto e l’abbrutimento delle loro vite. Ci fa capire che il tossico non è più una "categoria" definibile, tossici sono a loro modo tutti: gli amici ricchi che sniffano, i tossici che vivono nelle case occupate e che si iniettano eroina. "Fuori Vena" è quanto li circonda: la vita, la società e i loro stessi che sembrano non prendere mai la direzione giusta, non essere mai in grado di centrare il loro obiettivo. I buchi che si fanno in continuazione sembrano essere più metafisici che reali, così come le siringhe, presenza ossessiva di tutto il film, hanno quasi un valore archetipico, di foratura, di necessità di riempire un vuoto. Il film ci convince meno nella contrapposizione tra borghesia ipocrita e mondo dei tossici, argomento già trattato e visto. Un film curioso, sperimentale, fuori dai circuiti e di difficile visione. Forse autoreferenziale nel tema ma universale nel senso di fallimento che circonda tutto e tutti: Zanna che non riesce a smettere di drogarsi, Tekla che non lo riesce ad aiutare, la società che non riesce a rispondere alle loro domande e noi che abbiamo smesso di vedere il mondo dei tossici che ci sta intorno.

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