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Emanuela Fiorito  (03/05/2006 @ 00:00)
Melissa si lascia lacerare l'innocenza, e trascinare in un torbido labirinto di carnalita'. Sprofonda in un baratro da cui sembra impossibile risalire. Melissa esplora letti estranei e freddi, meccanici modi di sporcarsi l'anima. Melissa si autoconvince di potersi trasformare in un oggetto di piacere altrui, come fosse marmo, uccidere le sue emozioni per poi lavare l'onta, il disgusto, spazzolandosi i capelli. Ogni colpo di spazzola una lacrima, ma piu' i capelli brillano, piu' l'anima si insudicia. Fino a non riconoscere piu' l'immagine che le ritorna dallo specchio. Melissa cerca negli uomini parole, gesti, emozioni che non trova, e la ricerca si fa man mano piu' estenuante, piu' sofferente, e si mescola ad un rabbioso sentimento di ribellione verso il genere maschile intero. Si sente attratta istintivamente verso l'ignoto, verso il pericolo, e va incontro al dolore. Viene derisa, Melissa, da quel Daniele che non riesce a togliersi dalla mente. Daniele che la inizia alla vita da donna nel modo piu' cruento. Daniele che non assomiglia neanche un po' a come lo dipinge la sua fantasia. Il rito di passaggio di Melissa scorre sotto gli occhi ciechi di una madre troppo presa da se stessa per notare la fragilita' della figlia, che preferisce confidarsi con una nonna piu' consapevole, con gli occhi e la mente aperti e dalla sua medesima sensualita'. Così, per la madre, sfogliare casualmente il diario di Melissa sara' uno schiaffo in pieno viso, sara' la scoperta della sua superficialita', un'ammissione di colpa . Quel sesso perverso e malato non puo' essere un surrogato dell'amore che lei cerca, e Melissa lo capira' sulla sua pelle. Facendosi trascinare in bui cunicoli dove si da in pasto al branco, vestendo stracci trasgressivi, violentando la sua sensibilita' e fingendosi immune al dolore. Per poi capire che l'amore, quello vero, esiste, ed e' tutt'altra cosa. Non resta che leccarsi le ferite e ricominciare a vivere. Notevole la trasposizione cinematografica (primo esperimento da produttrice di Francesca Neri) di "Cento Colpi di Spazzola Prima di Andare a Dormire", libro di Melissa Panarello la cui pubblicazione desto' tanto clamore. Il film propone contrasti di luci ed ombre, di voci sussurrate o smorzate, lasciando all'immaginazione tanto quanto basta per far concentrare lo spettatore sulla storia, l'unica vera cosa importante.
Simone Pinchiorri  (10/02/2006 @ 00:00)
Melissa P., film del duo Luca Guadagnino-Francesca Neri, non è altro che l'ennesima trovata "acchiappa pubblico" rivolto ai teenagers. La pellicola annunciata come molto forte e scandalosa non presenta nulla di tutto ciò, anzi rende marginali le immagini "hard" evocate nella narrazione del libro "Cento Colpi di Spazzola Prima di Andare a Dormire". Le avventure sessuali di Melissa non stupiscono e non indignano. Questo è senza dubbio voluto dagli autori e regista, perchè solo in questo modo potevano saltare il filtro della censura ed accaparrarsi quella fetta di pubblico minorenne che volevano al botteghino. Non è neanche un film sulla adolescenza, poichè il tema è trattato con troppa banalità e superficialità, e non riscontro nemmeno una approfondita ricerca dei caratteri femminili, ritenuto dallo stesso regista uno dei punti forti della pellicola. Non è un film erotico, non è un film drammatico, non è un film generazionale e sulla adolescenza, non è un film scandalo, non è un film sul mondo femminile, non è un film ma solo un "prodotto confezionato", ad hoc...

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