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Wanda Balta  (14/09/2008 @ 00:18)
Bellissimo...non capisco come mai non abbia ricevuto molti riconoscimenti.Per me è un film poetico... sempre bravissimo Bellocchio...non delude mai.
Battista Passiatore  (24/11/2006 @ 00:00)
Dopo l'ottimo "L'Ora di Religione", Sergio Castellitto torna a lavorare con Marco Bellocchio per raccontare la crisi di un artista (tema già affrontato nel precedente film), simbolo della crisi della società contemporanea. Il film (in attesa dell'ufficializzazione della presentazione internazionale al prossimo festival di Cannes) racconta la fuga disperata di un ex regista di matrimoni, incompreso da sua figlia e stanco del suo costante incedere quotidiano, tra provini, strane indagini sulla sua persona e un inutile film sui Promessi Sposi. Il tema della religione, dei simbolismi rappresentativi, come l'autobiografismo sono altri temi da sempre accomunati al regista piacentino:. Dice Marco Bellocchio: "Affermare il proprio ateismo, in periodi in cui tutti, da destra a sinistra, si rivendicano credenti, è decisamente fuori moda. Quello che auspico è comunque una tolleranza maggiore, almeno la stessa che ho io da non credente; un riconoscimento di questa possibilità in altre parole". Un'opera importante, una sorta di versione sperimentale dei "Promessi Sposi" che affascina e coinvolge e ormai viene spontaneo dire per chi conosce Bellocchio che invecchia come il buon vino!
Sara Lucarini  (08/10/2006 @ 00:00)
Bellocchio esterna la rabbia nei film: la sua appendice per trasmettere quello che si porta dietro da sempre. E lo fa frammentando sentimenti e pensieri in direzioni e personaggi diversi. Una rabbia ideologica ed etica, religiosa,quasi ossessiva. Sentimenti confusi e altalenanti, a limite della follia. Elica è un regista e padre in crisi,come tutti i padri che costellano i film di Bellocchio. Assiste al matrimonio della figlia quasi assente, non coinvolto. La sua carriera di regista di matrimoni si è interrotta perché senza ispirazione. Alle prese con i provini per una rivisitazione de “I promessi sposi”, deve abbandonare tutto perché vittima di accuse di violenza carnale Il film è un susseguirsi di scene e sequenze molto spesso non concluse. Lo spaccamento della linea narrativa rende il tormento che il regista vuol trasmettere. Ma,a differenza dei film precedenti, non si percepisce l’insofferenza, il soffocamento che aveva contraddistinto gli anni giovanili del cinema di Bellocchio.
Francesco Chiti  (19/09/2006 @ 21:43)
Può ottenere 1 stella come 5, non riesco a giudicare un film del genere.

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