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CiakPolska - Festival del Cinema Polacco





7. Edizione CiakPolska - Festival del Cinema Polacco

NUOVO CINEMA POLACCO
con un omaggio a Józef Natanson
Casa del Cinema – Largo Marcello Mastroianni 1, Roma

VENERDÌ 8 NOVEMBRE
ore 16.30
CASA RICORDI
(Italia 1954)
di Carmine Gallone
effetti speciali di Józef Natanson, durata: 110’, 35mm
La vicenda della celeberrima famiglia Ricordi, i grandi editori musicali milanesi, si accompagna a quella della lirica italiana nel suo momento di massimo fulgore (con Rossini, Donizetti, Verdi e Puccini), mentre sullo sfondo si agita la Storia del nostro paese, dall'età napoleonica all'Unità d'Italia. Nello stesso anno di Senso di Visconti e del suo superamento del Neorealismo, anche Carmine Gallone si cimentava con la radice melodrammatica della nostra cultura ottocentesca, sprigionando una splendida gamma di colori in Technicolor che appare volutamente irrealistica.
Evento del ciclo: Józef Natanson. Un pittore polacco a Cinecittà

ore 18.45
Józef Natanson. Un pittore polacco a Cinecittà
incontro con Stephen Natanson, Stefano Masi e Paolo Zeccara
con proiezione del film-intervista
QUESTO È IL MIO CIELO
(To jest moje niebo, Polonia 1994)
di Wiktor Skrzynecki
durata: 30’ VO con sott. Italiani
a seguire
TOBY DAMMIT
(Italia-Francia 1968)
di Federico Fellini
effetti speciali di Józef Natanson, durata: 43’, 35mm
Episodio del film collettivo Tre passi nel delirio, Toby Dammit è uno dei capolavori di Fellini, nel quale il suo stile surreale trascolora in cupezza orrorifica e la sua galleria di personaggi si fa mostruosa e sinistra. Ispirandosi al racconto di Edgar Allan Poe Mai scommettere la testa col diavolo, il cineasta riminese trasporta l'ambientazione nell'amata Roma, la rozza e arrogante capitale “cinematografara”, in cui si ritrova suo malgrado un attore inglese, chiamato a interpretare quello che gli viene presentato come il “primo western cattolico”. Dedito all'alcol e alla Ferrari regalatagli dal produttore, l'uomo è però ossessionato da un nichilista desiderio di morte…
Evento del ciclo: Józef Natanson. Un pittore polacco a Cinecittà

ore 21.00
CORPUS CHRISTI
(Boże Ciało, Polonia/Francia 2019)
di Jan Komasa
durata: 115’ – VO sott. Italiani
DanieI è un ventenne che vive una trasformazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione. Vorrebbe farsi prete, ma questa possibilità gli è preclusa per la sua fedina penale. Uscendo dal centro di detenzione, gli è assegnato un lavoro presso un laboratorio di falegnameria in una piccola città, ma al suo arrivo, viene scambiato per il parroco. La comparsa del giovane e carismatico predicatore diventa l'occasione per la comunità, scossa da una tragedia avvenuta qualche tempo prima, per cominciare a rimarginare le sue ferite. Presentato alla Giornate degli Autori del Festival di Venezia 2019, ha fatto scoprire al pubblico internazionale il talento di Jan Komasa.

SABATO 9 NOVEMBRE
ore 18.00
ANCORA UN GIORNO
(Jeszcze dzień życia, Spagna, Polonia, Germania, Ungheria, Belgio, 2018)
di Raúl de la Fuente e Damian Nenow
animazione, durata: 85’ – versione italiana
Raúl de la Fuente e Damian Nenow adattano il reportage-capolavoro di Ryszard Kapuściński in un racconto emozionante e coinvolgente, in cui spettacolari sequenze animate si alternano a interviste in live action ai veri protagonisti. All'agenzia di stampa polacca Kapuściński convince il suo capo a mandarlo in Angola, dove è scoppiata una sanguinosa guerra civile. Scoprirà lì un senso di impotenza indicibile. Miglior film d’animazione European Film Awards 2018.

ore 21.00
FUGUE
(Fuga, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, 2018)
di Agnieszka Smoczyńska
durata: 103’ – VO sott. Italiani
Alicja ha perso la memoria, ma si è costruita una nuova vita e una nuova identità. Quando la sua famiglia la ritrova, la donna non vuole tornare alla vecchia vita, finché non iniziano a tornare a galla i primi ricordi. A poco a poco le sue due identità, la nuova e la vecchia, si fondono e la donna giunge a una sconvolgente scoperta. La sindrome della “fuga dissociativa” ispira una storia delicata ed emozionante, ma sempre controllata da una direzione rigorosa. Fuga è stato presentato a Cannes 2018 alla Semaine de la Critique e al Trieste Film Festival 219.

DOMENICA 10 NOVEMBRE
ore 16.00
DILLINGER È MORTO
(Italia 1969)
di Marco Ferreri
effetti speciali di Józef Natanson, durata: 95’, 35mm
Un disegnatore industriale sulla quarantina torna a casa da lavoro e trova la moglie a letto per una lieve indisposizione. In sala da pranzo lo attende una cena fredda e poco invitante. Con l'aiuto di un libro di cucina, decide di prepararsi del cibo di suo gusto. Mentre cerca gli ingredienti necessari, trova un pacchetto avvolto in vecchi giornali. In uno di questi è riportata la notizia della morte del gangster John Dillinger, mentre dall'involucro esce fuori una pistola… Apice, insieme a La grande abbuffata, della filmografia ferreriana, il film è una imprescindibile riflessione sulla scomparsa dell'Uomo nella società industrializzata.
Evento del ciclo: Józef Natanson. Un pittore polacco a Cinecittà

ore 18.00
7 EMOTIONS
(7 uczuć, Polonia 2018)
di Marek Koterski
durata: 116’ – VO sott. Italiani
a seguire incontro con il regista Marek Koterski e l’attrice Małgorzata Bogdańska
Gioia, rabbia, tristezza, paura, solitudine, vergogna e colpa. Adaś Miauczyński torna ai tempi della propria infanzia, quando, come per la maggior parte delle persone, trovava difficile dare un nome alle emozioni che provava. Per migliorare la qualità della sua vita da adulto, decide di rivivere quei momenti, non così spensierati come si crederebbe, per imparare a vivere le sette emozioni di base. Un viaggio imprevedibile nel passato pieno di situazioni comiche e esilaranti di un maestro della commedia polacca.

ore 21.00
WEREWOLF
(Wilkołak, Polonia, Germania, Olanda 2018, 88’)
di Adrian Panek
durata: 88’– VO sott. Italiani
Otto bambini sopravvissuti a un campo di prigionia nazista si rifugiano in una villa abbandonata. Ma la villa è assediata da cani affamati... “La regia discreta di Panek dà risultati sorprendenti: Werewolf è coinvolgente, dark e fa venire al pubblico la pelle d'oca – non tanto lungo il collo, ma nei cuori e nelle menti” (Ola Salwa, Cineuropa). Premio alla regia al Festival del Cinema Polacco di Gdynia 2018, Premio miglior film al Fantafestival 2019.


LUNEDÌ 11 NOVEMBRE (evento speciale)
TEATRO TRASTEVERE
ore 18.30
Spettacolo teatrale
SIGNOR FELLINI, LEI NON MI PIACE
monodramma di Marek Koterski, con Małgorzata Bogdańska
Giulietta Masina (Małgorzata Bogdańska) ricorda la propria vita a fianco di Federico Fellini. Il suo racconto si costruisce a partire dai frammenti di grandi ruoli interpretati nel cinema, ma si fa carico di emozioni, dolore, rabbia… Dalla sua valigetta, l’attrice tira fuori gli oggetti appartenuti ai suoi personaggi. E insieme ad essi il bagaglio nascosto di esperienze vissute accanto a un marito egocentrico al quale lei stessa ha deciso di sacrificare tutto... Ma il genio può giustificare tutto?
(spettacolo in lingua polacca e italiana, con proiezione di traduzione italiana di Małgorzata Kościańska)
ingresso gratuito sino a esaurimento posti
Teatro Trastevere - Via Jacopa de' Settesoli 3, Roma


LO SGUARDO PROIBITO
Cinema e censura nella Polonia del periodo comunista
Rassegna a cura di Tadeusz Lubelski
Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema - scalinata di via Milano 9 a, Roma

MARTEDÌ 12 NOVEMBRE
ore 21.00
MANI IN ALTO!
(Ręce do góry, Polonia 1967-1981-1985)
di Jerzy Skolimowski
durata: 76’, 35mm – VO sott. Italiani
interviene Agnieszka Morstin, storica del cinema
Il film rappresenta uno dei casi più esemplari di censura del cinema polacco. Le autorità chiesero a Skolimowski di rimuovere una scena, decisamente iconoclastica, in cui compare un enorme ritratto di Stalin. Ma il regista si rifiutò, preferendo non far uscire il film e iniziare a lavorare all’estero. Solo nel 1981, in seguito a un nuovo clima di distensione e al congresso straordinario dell’Associazione dei Cineasti Polacchi diretta da Wajda, il film uscì nelle sale, con l’aggiunta di un lungo e affascinante prologo girato appositamente dal regista.

MERCOLEDÌ 13 NOVEMBRE
ore 21.00
L’OTTAVO GIORNO DELLA SETTIMANA
(Ósmy dzień tygodnia, Polonia/Germania Est 1958-1983)
di Aleksander Ford
durata: 83’, 35mm – VO sott. Italiani
Nella Varsavia di fine anni Cinquanta, Piotr e Agnieszka sono due giovani innamorati alla ricerca di un posto dove stare soli, ma le condizioni in cui vivono non permettono loro molta intimità. Presentato alla Mostra di Venezia nel 1958, venne bandito per il realismo con cui descrive le condizioni sociali dell’epoca. Il film fu proiettato in patria per la prima volta nel 1983. Più drammatico fu invece il destino del regista, Aleksander Ford, uno dei padri del cinema polacco del dopoguerra: vittima della campagna antisemita del 1968, emigrò negli Stati Uniti, finendo suicida.
il film sarà preceduto dal cortometraggio
ABBECEDARIO
(Elementarz, Polonia 1976-1981)
di Wojciech Wiszniewski
durata: 8’ – VO sott. Italiani
Wiszniewski fu considerato il regista di maggior talento della sua generazione. Affascinato dal tema tabù dello stalinismo, elaborò la formula del documentario creativo, cercando una composizione tale di immagini e suoni che trasmettesse l'essenza del meccanismo di oppressione nel socialismo reale. I nove minuti di Abbecedario furono il capolavoro di questo genere.

GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE
ore 21.00
LA CROCIERA
(Rejs, Polonia 1970)
di Marek Piwowski
b/n, durata: 65’ – VO sott. Italiani
Due amici partecipano a una piccola crociera sulla Vistola intrufolandosi a bordo di un battello. Uno di loro viene scambiato per un funzionario del Partito. Il fraintendimento dà il via a una serie di gag surreali che, in un crescendo di equivoci e situazioni paradossali, finisce per coinvolgere tutti i viaggiatori a bordo. Rappresentazione a tratti grottesca delle assurdità e contraddizioni della Polonia nel periodo comunista, la pellicola non venne bloccata dalla censura; tuttavia fu distribuita in sole due copie! Ciò non gli impedì di divenire fin da subito un film di culto.
il film sarà preceduto dal cortometraggio
SUITE VARSAVIANA
(Suita Warszawska, Polonia 1946)
di Tadeusz Makarczyński
b/n, durata: 18’, 35 mm
Il film diede inizio alla scuola classica del documentario polacco: senza una parola di commento, mostrava il percorso dalla distruzione della guerra (la prima parte) al lento ritorno alla vita (la seconda), fino alla normalità (nel finale). Il titolo divenne un biglietto da visita della cinematografia polacca, proiettato in tutti i continenti… Tranne che in Polonia! Il ritorno alla vita normale del finale avveniva troppo spontaneamente, senza risoluzioni del partito, per il quale questo era inaccettabile.

VENERDÌ 15 NOVEMBRE
ore 21.00
UNA DONNA SOLA
(Kobieta samotna, Polonia 1981-1987)
di Agnieszka Holland
durata: 92’ – VO sott. Italiani
Irena lavora come postina, è separata, vive con il figlio di 8 anni nella periferia di Breslavia, si prende cura di un’anziana parente malata. L’incontro con Jacek sembra l’inizio di una relazione che è per lei anche l’unica occasione di uscire dal proprio isolamento. Ma i problemi non cesseranno. Il film venne realizzato nel 1981, all’epoca del “carnevale di Solidarność”, ma l’immagine della società in esso proposta era tutt’altro che rassicurante. Sfugge infatti “alla dicotomia stereotipata tra governo e opposizione, risultando molto più complessa di quella proposta dal suo contemporaneo L’uomo di ferro” (Robert Birkholc, Culture.pl).
il film sarà preceduto dal cortometraggio
AL BINARIO DEL TRENO
(Przy torze kolejowym, Polonia 1963-1991)
di Andrzej Brzozowski
durata: 13’, 35 mm – VO sott. Italiani
interviene Agnieszka Morstin, storica del cinema
Durante la Seconda guerra mondiale, con la Polonia invasa dai nazisti, una donna ebrea tenta la fuga dal treno, ma si ferisce e rimane bloccata sulla neve, accanto al binario ferroviario. La gente comincia a radunarsi intorno a lei, ne prova pena. Ma nessuno l’aiuta, per timore delle ritorsioni tedesche.

SABATO 16 NOVEMBRE
ore 18.00
LA TRANQUILLITÀ
(Spokój, Polonia 1976-1980)
di Krzysztof Kieślowski
durata: 81’ – VO sott. Italiani
incontro con Jerzy Stuhr, attore e coautore della sceneggiatura
Antek Gralak (Jerzy Stuhr, anche coautore della sceneggiatura) sogna una vita tranquilla. È appena uscito di prigione e non vuole avere problemi con nessuno. Desidera solo un lavoro, una casa, una moglie, dei bambini. Con queste intenzioni, lascia la città d’origine, Cracovia, per andare in Slesia, dove inizia a lavorare in un cantiere. Tutto va per il verso giusto. Finché un giorno non scompare del materiale dal cantiere... Il film fu bloccato per 4 anni, riuscendo a essere trasmesso in tv solo nel 1980 e a guadagnare poi il Premio speciale della giuria al festival di Gdynia.

ore 21.00
IL DIAVOLO
(Diabeł, Polonia 1972-1988)
di Andrzej Żuławski
durata: 119’, 35mm – VO sott. Italiani
Polonia 1793. Nella Polonia occupata dalla Prussia, il giovane Jakub è imprigionato con l’accusa di cospirazione. Un misterioso straniero ammantato di nero lo libera dalla prigionia. Viaggiando attraverso il paese, Jakub scopre l’orrore e la dissoluzione. Titolo leggendario per i suoi eccessi visivi e narrativi al limite dell’horror, il film venne bandito dal regime, costringendo di fatto Żuławski a riparare in Francia.

DOMENICA 17 NOVEMBRE
ore 18.00
L’INTERROGATORIO
(Przesłuchanie, Polonia 1982-1989)
di Ryszard Bugajski
durata: 111’, 35 mm – VO sott. Italiani
Ambientato nel 1951, durante gli anni dello stalinismo più aggressivo, racconta la storia di una cantante di cabaret prelevata senza apparenti motivi da due funzionari, rinchiusa e interrogata per anni in un carcere militare. Durante la prigionia inizia una relazione con un ufficiale, rimanendo incinta... Girato nel 1982, fu proiettato in pubblico solo dopo il crollo del muro (malgrado l’intensa circolazione clandestina in VHS nel corso degli anni ’80), venendo presentato a Cannes, dove la protagonista, Krystyna Janda, venne premiata come miglior attrice.

ore 21.00
IL SOLE SI LEVA UNA VOLTA AL GIORNO
(Słońce wschodzi raz na dzień, Polonia 1967-1972)
di Henryk Kluba
durata: 90’, 35 mm – VO. sott. Italiani
Gli abitanti di un villaggio di montagna, guidati dal proprio capo Haratyk, costruiscono una segheria in totale autonomia, arrivando ad aumentare la produzione secondo i livelli pianificati. Quando però giunge l’0rdine di cedere all’anonimo “stato” quanto da loro realizzato, si rifiutano e ricorrono alle armi. Attraverso una stilizzazione simbolica che rimanda al genere della ballata popolare, con questo film, Kluba “fu il primo (…) a indicare la discrepanza fra l’idea che i mezzi di produzione appartengano ai lavoratori e la proprietà di fatto esercitata dallo stato burocratico” (Mira e Antonin J. Liehm).