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Narni. Le Vie del Cinema





25. Edizione Le Vie del Cinema

Lunedì 22 luglio ore 21.00
POLVERE DI STELLE di Alberto Sordi
Italia, 1973, 123’
Soggetto di Ruggero Maccari; sceneggiatura di Alberto Sordi, Ruggero Maccari, Bernardino Zapponi; fotografia di Franco Di Giacomo; musiche di Piero Piccioni; scenografia di Mario Garbuglia - Con Alberto Sordi, Monica Vitti, John Phillip Law, Edoardo Faieta, Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Alvaro Vitali – Premi: David di Donatello 1974 alla migliore attrice protagonista (Monica Vitti) - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale
Introdurrà la proiezione lo scrittore Paolo Di Paolo assieme a Claudio De Pasqualis, che nella popolare trasmissione radiofonica “Hollywood Party” di Radio3 Rai interpreta l’amatissimo personaggio di Efisio Mulas

SINOSSI: Capocomici di una scalcinata compagnia ambulante di varietà durante la guerra 1939-45, Mimmo Adami e Dea Dani sono coniugi e compagni d’arte senza talento. Dopo una serie di tragicomiche peripezie, arrivano a Bari dove sul palco del teatro Petruzzelli hanno un inatteso ed effimero successo.

NOTE SUL RESTAURO: Polvere di Stelle, di Alberto Sordi (1973), è assieme a Fumo di Londra la miglior regia del grande attore, che dagli anni ’60 in poi fu spesso anche regista di se stesso. Ambientato nei giorni caotici immediatamente successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943, racconta la storia di una compagnia di avanspettacolo guidata da due coniugi, Mimmo Adami e Dea Dani (interpretati dallo stesso Sordi e da una travolgente Monica Vitti). La compagnia viaggia da Roma a Bari, all’eterna ricerca di un ingaggio, ritrovandosi nel Sud appena liberato dagli alleati e vivendo un momento storico fatto di speranze, di compromessi e di inevitabili delusioni.
Il restauro è stato curato dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e propone per la prima volta il film nell'inedita versione integrale della durata di 152 minuti. Il film, all’epoca, uscì in una versione di 145 minuti poi ridotti a 123 per esigenze di distribuzione. Quella riproposta dal restauro è la versione “d’autore” di Sordi, ricostruita grazie ai materiali messi da parte dallo stesso attore-regista e ora conservati nel Fondo Alberto Sordi, di proprietà della Fondazione Alberto Sordi e depositato presso la Cineteca Nazionale. Il restauro è stato realizzato presso il laboratorio Studio Emme: l’hanno curato Giuseppe Lanci per la parte visiva e Federico Savina per la parte sonora.

Martedì 23 luglio ore 21.00
SAN MICHELE AVEVA UN GALLO di Paolo e Vittorio Taviani
Italia, 1972, 90’
Ispirato alla novella di Lev Tolstoj Il divino e l’umano; sceneggiatura di Paolo e Vittorio Taviani; fotografia di Mario Masini; musiche di Benedetto Ghiglia; scenografia di Gianni Sbarra - Con Giulio Brogi, Daniele Dublino, Virginia Ciuffini, Renato Scarpa, Rino Cestie - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale
Introdurrà la proiezione il regista Paolo Taviani insieme con lo scrittore Andrea Carraro

SINOSSI: Nel 1870 un anarchico internazionalista comincia una lunga prigionia di segregazione. Dieci anni dopo, durante un trasferimento, incontra giovani rivoluzionari che lo irridono.

NOTE SUL RESTAURO: San Michele aveva un gallo è stato diretto da Paolo e Vittorio Taviani nel 1972. È liberamente tratto dal racconto “Il divino e l’umano” di Lev Tolstoj. È la storia di Giulio Manieri (splendida interpretazione di Giulio Brogi), un rivoluzionario del Risorgimento italiano che è costretto a confrontare il proprio idealismo utopico con la concretezza di giovani ribelli assai meno sognatori di lui. Si parla di Risorgimento, ma si parla anche delle riflessioni politiche e delle delusioni seguite alla stagione del ’68. Presentato a numerosi festival (Cannes, Forum di Berlino, Giornate di Venezia) tra il 1972 e il 1973, è uscito nelle sale italiane solo nel 1976.
Il restauro è stato realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce-Cinecittà, ed eseguito presso i laboratori di Istituto Luce-Cinecittà a partire dal negativo originale 35mm e dal negativo sonoro ottico messi a disposizione da SEAC e da RaiCinema. Alcune sezioni troppo rovinate nel negativo sono state integrate con immagini tratte da interpositivo per complessivi 110 metri. Tutte le lavorazioni sono state approvate da Paolo Taviani. Il restauro è stato curato da Mario Masini, direttore della fotografia del film, per la parte visiva e da Federico Savina per la parte sonora.

Mercoledì 24 luglio ore 21.00
IL PORTIERE DI NOTTE di Liliana Cavani
Italia, 1974, 122’
Soggetto di Barbara Alberti, Liliana Cavani, Amedeo Pagani, Italo Moscati; sceneggiatura di Liliana Cavani, Italo Moscati; fotografia di Alfio Contini; musiche di Daniele Paris; scenografia di Nedo Azzini - Con Dirk Bogarde, Charlotte Rampling, Philippe Leroy, Isa Miranda, Gabriele Ferzetti - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale
Introdurrà la proiezione la regista, Liliana Cavani, insieme con Valeria Viganò, scrittrice e amica personale della Cavani

SINOSSI: Nel 1957, a Vienna, ex deportata, moglie di un direttore d’orchestra, riconosce nel portiere dell’albergo l’ufficiale delle SS di cui, giovanissima, era diventata l’oggetto sessuale in campo di concentramento.

NOTE SUL RESTAURO: Il portiere di notte è uno dei grandi film degli anni ’70 che collocano la cinematografia italiana in un contesto internazionale. Affronta da un lato la memoria rimossa del nazismo e il tentativo dei nazisti sopravvissuti di cancellare il proprio passato, dall’altro la complessa dinamica erotica e sentimentale, di dominio reciproco, che si instaura tra vittima e carnefice. La trama: a Vienna, nel 1957, Lucia (una donna ancora giovane sopravvissuta all’Olocausto) incontra per caso Max, il suo aguzzino nel lager, che lavora come portiere di notte in un albergo di lusso. Ora Lucia è libera, conosce le colpe dell’uomo, potrebbe denunciarlo: ma il rapporto morboso fra i due si riaccende, sotto gli sguardi di altri ex camerati di Max che tengono riunioni segrete nell'hotel per studiare come far sparire qualsiasi prova dei loro crimini di guerra. Il film si avvale delle stupende interpretazioni di due grandissimi attori britannici, Charlotte Rampling e Dirk Bogarde. Nel cast anche Isa Miranda, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti e il ballerino Amedeo Amodio. La sceneggiatura è firmata da Liliana Cavani assieme a Barbara Alberti, Italo Moscati e Amedeo Pagani. Fra i contributi tecnici ricordiamo la fotografia di Alfio Contini, le scenografie di Nedo Azzini e Jean-Marie Simon, i costumi di Piero Tosi, il montaggio di Kim Arcalli e le musiche di Daniele Paris.
Il restauro è stato realizzato in collaborazione dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce-Cinecittà. È stato personalmente supervisionato dalla regista e realizzato da Pasquale Cuzzupoli, apprezzatissimo tecnico che lavora ai restauri realizzati a Cinecittà, e da Federico Savina per quanto riguarda il suono e la colonna sonora.

Giovedì 25 luglio ore 21.00
MISERIA E NOBILTÀ di Mario Mattoli
Italia, 1954, b/n, 95’
Dalla commedia omonima di Edoardo Scarpetta; sceneggiatura di Ruggero Maccari; fotografia di Karl Strauss, Luciano Trasatti; musiche di Pippo Barzizza; scenografie di Alberto Boccianti, Piero Filippine - Con Totò, Dolores Palumbo, Enzo Turco, Sophia Loren, Valeria Moriconi, Carlo Croccolo, Franca Faldini - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale
Introdurrà la proiezione Enrico Magrelli, critico, ex conservatore della Cineteca Nazionale e voce del programma di Radio3 Rai “Hollywood Party”

SINOSSI: Poveri in canna, Felice e Pasquale vengono assunti, con le rispettive famiglie, da un marchesino che vuole sposare la figlia di un cuoco arricchito. Devono fingersi i suoi parenti aristocratici in casa del suocero.

NOTE SUL RESTAURO: Miseria e nobiltà è tratto da una celebre commedia teatrale di Vincenzo Scarpetta. Diretto da Mario Mattoli, uscì nelle sale l'8 aprile 1954. Come scrive Ennio Bispuri nel suo fondamentale volume “Totò Kolossal. Quello che non sapete e che vorreste sapere sul Principe della risata” (Gremese, 2016): «Nel 1909 Edoardo Scarpetta fu il primo a ridurre per lo schermo la commedia. Nel 1914 Enrico Guazzoni ridusse a sua volta la commedia in film con l'interpretazione dello stesso Scarpetta nel ruolo di Felice Sciosciammocca. Totò e Titina De Filippo avevano recitato insieme nella commedia al teatro Nuovo di Napoli nel 1929. Eduardo, figlio naturale di Scarpetta, fu letteralmente gettato sulla scena dal padre all'età di quattro anni nel ruolo di Peppiniello. Il film ricalca fedelmente il testo originale di Scarpetta. Le uniche situazioni aggiunte da Mattoli sono la visita dei due protagonisti alla modista piemontese Nadia (Franca Faldini), l'interno del teatro San Carlino dove Sophia Loren si esibisce in una goffa danza, la scena dei due sposini che vogliono farsi fotografare e l'esilarante lettera dettata dal cafone squattrinato allo scrivano Totò».
Il restauro di Miseria e nobiltà è stato realizzato da CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Movietime srl e con la Fondazione Film Commission Campania, a partire dai negativi nitrato scena e colonna. Il film è stato scansionato in 4K e poi restaurato digitalmente per eliminare le numerosissime spuntinature e le fluttuazioni di densità presenti nel negativo. La correzione del colore è stata realizzata in collaborazione con il direttore della fotografia Giuseppe Lanci, al fine di restituire al film la resa cromatica tipica della pellicola Ferraniacolor, che valorizza i colori rosso e verde acqua. Il restauro del suono è stato curato da Federico Savina. Tutte le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio Augustus Color di Roma.

Venerdì 26 luglio ore 21.00
ITALIANI BRAVA GENTE di Giuseppe De Santis
Italia/URSS, 1964, b/n, 146’
Soggetto di Ennio De Concini; sceneggiatura di Sergeij Smirnov, Ennio De Concini, Giuseppe De Santis, Augusto Frassineti, Giandomenico Giagni; fotografia di Antonio Secchi; musiche di Armando Trovajoli; scenografia di Ermanno Manco - Con Raffaele Pisu, Tat’jana Samojlova, Arthur Kennedy, Shanna Prokhorenko, Andrea Checchi, Riccardo Cucciolla, Nino Vingelli, Lev Prygunov, Peter Falk, Gino Pernice - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale
Introdurranno la proiezione Roberto Silvestri, critico cinematografico e altra voce storica di "Hollywood Party", e Sergio Bruno, tecnico del CSC-Cineteca Nazionale che ha curato questo e altri restauri in programma.

SINOSSI: Le vicende di un reggimento italiano, con soldati provenienti da diverse regioni, sul fronte russo:
l’avanzata nel 1941, i difficili rapporti con gli alleati tedeschi, la disastrosa ritirata nell’inverno del 1942-43.

NOTE SUL RESTAURO: "Italiani brava gente" è firmato dal grande regista Giuseppe De Santis che è stato anche docente di recitazione al CSC. È un film del 1964 che costituisce una sorta di unicum nella storia del nostro cinema: è una co-produzione Italia/Unione Sovietica ed è un film di guerra epico e spettacolare sui soldati italiani impegnati sul fronte russo durante la Seconda guerra mondiale. Fu realizzato negli anni del Disgelo, negli ultimi mesi in cui Nikita Chruscev era segretario del PCUS, con uno spiegamento di mezzi produttivi che per il cinema sovietico sulla guerra era "normale", ma per il cinema italiano era assolutamente inusitato.
Il restauro è stato realizzato dalla Cineteca Nazionale presso il laboratorio di restauro Studio Emme ed è stato finanziato – attraverso il meccanismo dell’ArtBonus – dalla società Genoma di Paolo Rossi Pisu, figlio di Raffaele Pisu che (assieme ad Andrea Checchi, Riccardo Cucciola, Arthur Kennedy e Peter Falk) è uno dei protagonisti del film. La Cineteca Nazionale ha realizzato il restauro digitale di due versioni del film, quella (censurata) che uscì nelle sale e fu vista dal pubblico italiano nel 1964 e quella in cui i tagli di censura conservati presso la CN sono stati reinseriti, che aggiunge delle scene che sono in parte anche presenti nella versione sovietica del film.

Sabato 27 luglio ore 21.00
MACISTE ALPINO di Luigi Monicelli e Luigi R. Borgnetto
Italia, 1916, b/n, 80’
Soggetto e sceneggiatura di Giovanni Pastrone; fotografia di Giovanni Tomatis, Carlo Franzoni, Augusto Battogliotti - Con Bartolomeo Pagano, Fido Schirru, Valentina Frascaroli, Enrico Gemelli, Marussia Allesti - Restauro digitale realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino
Introdurrà la proiezione lo scrittore e sceneggiatore Salvatore De Mola.
La colonna sonora sarà eseguita dal vivo dalla Filarmonica Città di Narni - Musiche originali del Maestro Angelo Bruzzese.

SINOSSI: 23 maggio 1915: una troupe dell’Itala Film che sta girando in un paesino austriaco di confine è arrestata. Maciste organizza una fuga verso il castello di Pratolungo, abitato da Giorgio Lanfranchi, patriota italiano. Maciste, pugno pesante e cuor d’oro, si unisce a lui e ai suoi amici, passa il confine, si arruola in un battaglione di alpini e ricomincia a fare il castigamatti dei “mangiasego” austriaci.

NOTE SUL RESTAURO: Firmato da due registi, Luigi Maggi e Luigi Roberto Borgnetto, Maciste alpino (1916) è considerato il miglior film di propaganda bellica prodotto in Italia nel corso della Prima guerra mondiale. Ed è anche uno dei primissimi esempi, almeno in Italia, di “metacinema”, ovvero di film in cui si racconta la lavorazione di un film. Si immagina infatti che Bartolomeo Pagano, il popolarissimo attore divenuto famoso interpretando Maciste nel kolossal in costume “Cabiria” (Giovanni Pastrone, 1914), stia girando un film sul confine italo-austriaco proprio quando scoppia la Prima guerra mondiale. Gli austriaci catturano Pagano e l’intera troupe, ma il divo si rivela un vero Maciste e vince la guerra praticamente da solo. È evidente lo scopo propagandistico e consolatorio del film (la guerra in trincea viene descritta come una sorta di vacanza in montagna…) ma è spassoso il modo in cui Pagano/Maciste sconfigge gli austriaci a dozzine, rivelandosi una sorta di antenato di Bud Spencer.
Il restauro è stato portato a termine nel 2014 a cura del Museo Nazionale del Cinema di Torino e della Biennale di Venezia, ed è stato realizzato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna: si è basato su differenti copie in pellicola e sulla documentazione d’epoca extrafilmica conservata negli archivi del Museo del Cinema. II restauro, realizzato digitalmente ad alta risoluzione, ha permesso il reintegro di scene importanti (alcune “tagliate” dalla censura negli anni ‘10), la ricostruzione delle didascalie originali e, non ultimo, il recupero della resa spettacolare, ancora oggi straordinaria, delle immagini e dei colori.

PROGRAMMA DELLA RASSEGNA DI CINEMA ANIMATO RESTAURATO

Lunedì 22 luglio ore 21.00
BAMBI di David Hand, James Algar, Bill Roberts, Norman Wright, Sam Armstrong, Paul Satterfield, Graham Heid (1942)
SINOSSI: I protagonisti sono Bambi, un cervo dalla coda bianca, i suoi genitori (il Grande Principe della foresta e la madre senza nome), i suoi amici Tamburino (un coniglio dal naso rosa), Fiore (una moffetta) e la sua amica d'infanzia e futura compagna Faline. Per il film la Disney si prese la libertà di cambiare la specie di Bambi in un cervo dalla coda bianca dalla sua specie originale di capriolo, dal momento che i caprioli non abitano gli Stati Uniti e il cervo dalla coda bianca è più familiare per gli americani.

Martedì 23 luglio ore 21.00
BONGO E I TRE AVVENTURIERI di Jack Kinney, Bill Roberts, Hamilton Luske, William Morgan (1947)
SINOSSI: Questo film presenta due segmenti: “Bongo” e “Topolino e il fagiolo magico”. Il Grillo Parlante appare all'interno di un'enorme pianta in una grande casa, esplorandola e cantando "Non ci si deve mai crucciar" fino a quando gli capita di inciampare su una bambola, un orsacchiotto, un giradischi e alcuni dischi, e ne riproduce uno in cui si narra la storia di Bongo.
Bongo - Questo segmento è basato su una storia originale di Sinclair Lewis, e segue un orsacchiotto da circo che vuole vivere libero in natura. Bongo fugge e presto si rende conto attraverso la sua avventura che si deve mettere alla prova al fine di guadagnare la sua libertà.
Topolino e il fagiolo magico - Questo segmento è un adattamento di “Jack e la pianta di fagioli” con Topolino, Paperino e Pippo come contadini che scoprono il castello del lunatico gigante Willie nel cielo attraverso l'uso di alcuni fagioli magici.
Mercoledì 24 luglio ore 21.00
LO SCRIGNO DELLE SETTE PERLE di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske, Jack Kinney (1948)
SINOSSI: “Lo scrigno delle sette perle” ha sette segmenti.
Once Upon a Wintertime - In questo segmento Frances Langford canta la canzone del titolo, che parla di due giovani e romantici amanti nel mese di dicembre. Il ragazzo si mette in mostra sul ghiaccio per la sua fidanzata, e si sfiora la tragedia. Come molti altri segmenti di questi film collettivi, “Once Upon a Wintertime” uscì poi nei cinema statunitensi come cortometraggio individuale, nel 1954.

Bumble Boogie - La battaglia surreale di un calabrone solitario che cerca di respingere una frenesia visiva e musicale. La musica era una variazione swing-jazz del “Volo del calabrone” di Rimsky-Korsakov, uno dei tanti pezzi presi in considerazione per “Fantasia”.

Johnny Semedimela - Una rivisitazione della storia di John Chapman, che trascorse gran parte della sua vita vagando per l'America centro-occidentale, ai tempi dei pionieri piantando alberi di mele. Questo segmento fu distribuito indipendentemente negli Stati Uniti nel 1955.

Little Toot - Questo segmento si basa sulla storia omonima di Hardie Gramatky, in cui il protagonista del titolo, un piccolo rimorchiatore, vuole essere come suo padre Big Toot, ma non riesce a stare fuori dai guai. Le parti cantate nella versione italiana furono doppiate dal Quartetto Cetra.

Trees - Questo segmento è una recitazione del famoso poema di Joyce Kilmer eseguita da Fred Waring and the Pennsylvanians con l'impostazione lirica vista attraverso le stagioni.

Tutta colpa della samba - In questo segmento Paperino e José Carioca incontrano l'uccello Aracuan, che li introduce ai piaceri della samba.

Pecos Bill - Il finale del film parla del famoso eroe del Texas, allevato dai coyote, il più grande e miglior cowboy che sia mai vissuto. Qui Pecos Bill è visto come un Tarzan del deserto e che tramite le sue avventure ha cambiato in modo radicale il Texas tra cui, la creazione del fiume Rio Grande e la comparsa di pepite d’oro in tutto il Texas. Pecos nelle sue peregrinazioni nel Texas insieme al suo fedele e amico cavallo Sputafuoco conosce una bellissima ragazza, e tra i due è amore a prima vista. Nell'edizione italiana le canzoni su Pecos Bill furono cantate dal Quartetto Cetra, mentre "Blue Shadows on the Trail" fu lasciata in inglese.

Giovedì 25 luglio ore 21.00
IL BRUTTO ANATROCCOLO di Jack Cutting (1939)

SINOSSI: In un nido di anatre, sotto gli occhi dei genitori, si schiudono le uova; ma un uovo, più grosso degli altri, si schiude in ritardo e ne esce un piccolo diverso dagli altri nell'aspetto e nel verso. I due genitori litigano e la femmina se ne va da sola coi suoi piccoli, abbandonando l'anatroccolo diverso. Questi la insegue, ma viene cacciato da lei e dai suoi fratelli. Dato che non riesce a capire il perché di quell'azione, il piccolo prova a guardarsi nell'acqua e, a causa delle onde, crede di essere molto brutto.
Allontanatosi in lacrime, l'anatroccolo cerca prima di unirsi a una nidiata di uccellini e poi di farsi adottare da un'anatra di legno. Entrambi i suoi tentativi falliscono, e torna nello stagno scoppiando a piangere. Viene però avvicinato da anatroccoli uguali a lui che lo invitano a unirsi a loro. Poco dopo giunge anche la loro madre, un cigno che adotta il piccolo come suo figlio. Finalmente felice, il piccolo cigno segue la sua nuova famiglia, venendo salutato da quella vecchia.

Dopo la proiezione del film sarà presentato “Di fiaba in fiaba” mediometraggio realizzato dalle sezioni A, C, F della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” di Narni Scalo.
IL PROGETTO: Le fiabe rappresentano una delle più importanti forme di educazione: attraverso la scoperta del racconto, i bambini e le bambine imparano a stabilire tra di loro relazioni positive, e a trattare temi importanti come l’amore, la solidarietà, la tenerezza, l’inganno, la menzogna, la diversità, il pregiudizio. Nel filmato sono state stravolte e plasmate fiabe importanti, in cui personaggi meno positivi hanno avuto fin dall’inizio un ruolo diverso da quello tradizionale. A prevalere è stata quindi la “grammatica della fantasia” o “insalata di fiabe” di Gianni Rodari.
Sono stati uniti in una sola storia personaggi e situazioni presi da un misto di storie già esistenti, e questo incontro ha generato qualcosa di imprevedibile… perché ha costretto ad uscire dagli schemi definiti, pur sempre donando all’intreccio un lieto fine. Tutti i personaggi, dopo essersi imbattuti in un’infinità di peripezie, dopo essersi per lungo tempo cercati, rincorsi, poi infine ritrovati, dopo aver dispensato consigli utili ai personaggi più bisognosi e sventurati, sono stati pronti ad andare allegramente alla festa al castello della Bestia.

Venerdì 26 luglio ore 21.00
POMI D’OTTONE E MANICI DI SCOPA di Robert Stevenson (1971)
SINOSSI: Durante l'ultima guerra, in una piccola località inglese, Pepperinge, la signorina Eglantine Price deve accogliere in casa due ragazzi e una bambina, Charlie, Paul e Carrie, sfuggiti ai bombardamenti di Londra. I giovani sfollati non tardano a scoprire che la loro ospite è una apprendista strega, che segue un corso per corrispondenza ed Eglantine, dopo le prime titubanze, li mette al corrente dei suoi progressi. Improvvisamente il corso per corrispondenza viene interrotto e i quattro si precipitano a Londra, a bordo di un letto magico, per scoprire il perchè: trovano il signor Emelius Brown, il docente, che ha perduto una parte del libro da cui traeva le sue lezioni, e tutti insieme si danno da fare per cercarlo. Dopo varie peripezie, che, fra l'altro, li portano perfino in una sperduta isola dei mari del sud per trovare la stella di Astorot, vengono a conoscenza delle nozioni che loro mancavano. In tal modo Eglantine, allorchè i tedeschi tentano uno sbarco nei pressi di Pepperinge, può mobilitare magicamente tutte le antiche armature di un castello delle vicinanze e ricacciarli in mare. Dopo di che la donna rinuncia alla magia per vivere nella realtà.

Sabato 27 luglio ore 21.00
FANTASIA di Samuel Armstrong; James Algar; Bill Roberts e Paul Satterfield; Ben Sharpsteen e David D. Hand; Hamilton Luske, Jim Handley e Ford Beebe; T. Hee e Norm Ferguson; Wilfred Jackson (1940)

SINOSSI: “Fantasia” è un film d'animazione del 1940 diretto da registi vari, con la direzione di storia di Joe Grant e Dick Huemer, e la supervisione di produzione di Ben Sharpsteen, è il terzo Classico Disney. Il film è composto da otto segmenti animati impostati su brani di musica classica diretti da Leopold Stokowski, sette dei quali sono eseguiti dall'Orchestra di Filadelfia. Il critico musicale e compositore Deems Taylor agisce come "maestro di cerimonie", introducendo ogni segmento in scene live action interstiziali. Come il primo Classico Disney “Biancaneve e i sette nani”, anche “Fantasia” venne ritenuto un film che non avrebbe fatto successo e portato l'azienda al fallimento. A differenza però di “Biancaneve”, “Fantasia” fu effettivamente un insuccesso durante la prima distribuzione nelle sale statunitensi. Il film non poté essere esportato in Europa e fece quasi fallire l'azienda. Disney ebbe l'idea di realizzare il film mentre si avvicinava il completamento dei lavori de “L'apprendista stregone”, un cortometraggio delle “Sinfonie allegre” concepito come un ritorno di Topolino, la cui popolarità era declinata. Poiché i costi di produzione erano cresciuti, superando il possibile guadagno, Disney decise di includere il corto in un lungometraggio con altri segmenti impostati su brani classici. La colonna sonora venne registrata usando un processo multicanale e riprodotta in Fantasound, un innovativo sistema di riproduzione del suono che rese “Fantasia” il primo film commerciale proiettato in stereofonia.
Data: 22/07/2019 - 27/07/2019
Luogo: Narni (TR), Italia
Periodo: Luglio
Sito Web: http://www.leviedelcinema.it

Descrizione:
Rassegna del Cinema Restaurato.