Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Pontormo - Un Amore Eretico"

Pontormo - Un Amore Eretico


Regia: Giovanni Fago
Anno di produzione: 2003
Durata: 102'
Tipologia: lungometraggio
Genere: biografico/storico
Paese: Italia
Produzione: Star Plex, Palamo Film
Distributore: Eagle Pictures
Data di uscita: 28/04/2004
Formato di ripresa: 35mm
Camera: BL 4s
Post Produzione: Laboratorio di sviluppo Augustus Color. Stampa ottica.
Formato di proiezione: 35mm, colore
Vendite Estere: Intramovies
Titolo originale: Pontormo - Un Amore Eretico
Altri titoli: Pontormo: A Heretical Love

Sinossi: Gli ultimi mesi di vita del pittore Jacopo Carrucci, meglio conosciuto come il Pontormo, nella Firenze rinascimentale del '500. Pontormo è fortemente legato alla sua musa ispiratrice, Anna, una giovane esule fiamminga diventata muta perché durante la Guerra delle Fiandre le è stata tagliata la lingua. Anna viene accusata di stregoneria per l'uccisione di un uomo, il suo gesto empio avrebbero scatenato l'ira di Dio che si vendica sugli uomini diffondendo la peste. Pontormo, giunto ormai all'età di 61 anni e vicino alla morte, realizza quanto sia preziosa la vita di un essere umano e decide di esporsi per difendere la donna come mai aveva fatto prima. Come cittadino di Firenze e pittore di fama internazionale, testimonia in favore di Anna.

Ambientazione: Firenze

Budget: 5.000.000 euro

Note:
Pellicola basata su alcune pagine dei diari di Jacopo Carrucci detto "Pontormo". Il suo Diario, (anni dal 1554 al 1556), rende testimoni dei suoi ultimi anni di vita a Firenze, dalla realizzazione degli ultimi affreschi fiorentini all'eccentricità nella vita privata.
Jacopo Carrucci detto "Pontormo" (Empoli 1494-Firenze 1556) è il più grande rappresentante del primo manierismo fiorentino. Allievo dapprima di Andrea del Sarto e poi suo rivale. Artista tormentato, introverso, sempre sperimentale, spicca non solo per una particolare ricerca delle forme e delle tinte rare, ma anche per l'originalità della vita privata: viveva, solo, in un'alta casa, nella camera all'ultimo piano raggiungibile solo per una scala ritirabile per mezzo di una carrucola. Il suo "Diario" (1554-56) è un manifesto delle sue nevrosi.
Tranne rare visite a Roma per studiare i capolavori del Buonarroti, da cui trae una vibrante monumentalità, vive sempre a Firenze protetto dai Medici.


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