CANNES 78 - FUORI, alla ricerca di una verità autentica
Dopo l’esperienza del carcere nella vita comincia ad esistere un ‘fuori’ e un ‘dentro’. Per
Goliarda Sapienza, personaggio al centro del film ‘
Fuori’ di Mario Martone, presentato in concorso al 78° Festival di Cannes e al cinema dal 22 maggio, quello di fuori è un mondo pieno di contraddizioni, fatto di relazioni difficili, false o anche solo superficiali. Mentre quello di dentro, chiuso tra le mura caotiche del carcere di Rebibbia, è un universo duro e spietato, ma privo delle ipocrisie della vita ordinaria, autentico, spontaneo e per certi versi più libero del mondo di fuori.
‘Fuori’ è l’adattamento del romanzo autobiografico di Goliarda Sapienza “L'università di Rebibbia” del 1983, che narra il periodo trascorso dalla scrittrice nel carcere di Rebibbia nel 1980 a seguito di un arresto per furto. Valeria Golino interpreta la scrittrice in uno dei periodi più duri della sua esistenza quando per dedicarsi alla scrittura di quello che solo a posteriori fu considerato il suo capolavoro, “L’arte della gioia”, si ridusse al limite della povertà al punto da commettere un gesto disperato, un furto che la portò in carcere. Dopo l’esperienza alla regia della serie tratta proprio da “L’arte della gioia”, questa volta Golino si cimenta con il personaggio stesso della scrittrice.
Diretta da Mario Martone su una sceneggiatura da lui scritta con Ippolita Di Majo, Golino restituisce soprattutto lo sguardo di Goliarda sui personaggi reali divenuti poi personaggi letterari della sua esperienza nel carcere e fuori dal carcere. Al suo fianco Matilda De Angelis interpreta Roberta, delinquente e attivista politica, una ragazza libera, spontanea, audace, dura, forte e al tempo stesso sensibile, da cui Goliarda resta affascinata e a cui rimane legata anche dopo fuori dal carcere. Con lei, a completare un triangolo che riproduce quel mondo chiuso, spietato ma confortante della prigione, c’è Barbara, Elodie nel film.
Martone realizza un racconto che esplora il mondo della scrittrice mentre questa osserva quelli che poi diventeranno i personaggi del suo romanzo autobiografico. Golino, sebbene protagonista, riesce a mettere da parte la propria presenza quel tanto che serve a dare risalto alle dinamiche di tutti e tre i personaggi femminili della storia, che si muovono in un’assolata e calda estate romana alla continua ricerca di un proprio spazio vitale in cui le relazioni si fanno più autentiche e si spogliano, sia in senso figurato che in senso letterale, delle maschere che il mondo impone loro.
‘Fuori’ consente di entrare nello spazio dell’immaginazione e della percezione di una scrittrice forse troppo progressista per i suoi tempi, aperta, curiosa delle persone e pronta formare e riformare le proprie idee in base all’esperienza della relazione con l’altro, in questo caso delle altre. È un film che si sviluppa a più livelli, in cui in primo piano emerge la figura di Roberta vista con gli occhi di Goliarda, sullo sfondo comunque ben messo a fuoco di un’epoca restituita attraverso discorsi e ambienti.
Anticonformista e spiazzante, con Goliarda lo spettatore impara a vivere i momenti, assaporare le persone, osservare il mondo in tutte le sue sfumate contraddizioni da accettare. Mentre la protagonista cerca e trova i mezzi per adattarsi a modo suo ad una realtà a volte incomprensibile, le situazioni e i personaggi attorno a lei prendono una vita propria da cui Goliarda impara, di cui gioisce e per cui anche soffre, ma sempre con la vitale consapevolezza di essere alla ricerca di una verità autentica.
Dirette sapientemente da Martone, Golino e De Angelis creano sullo schermo un rapporto fuori dagli schemi ma del tutto realistico e comprensibile che nutre Goliarda e le restituisce la spinta a vivere e soprattutto a concludere il suo romanzo più importante. Con ‘Fuori’, in una curiosa corrispondenza artistica, Valeria Golino chiude anche il cerchio della sua relazione, reale e fittizia, intellettuale ed emotiva, con Goliarda Sapienza, scrittrice da lei conosciuta da ragazza e poi frequentata attraverso le sue opere a posteriori, prima per la realizzazione della serie ‘L’arte della gioia’, poi nel vestire i suoi stessi panni nel film di Martone.
21/05/2025, 14:35
Vania Amitrano