Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

LE CICOGNE DI CHERNOBYL - A Villa Borghese a Roma anteprima nazionale


LE CICOGNE DI CHERNOBYL - A Villa Borghese a Roma anteprima nazionale
Venerdì 15 marzo 2024 alle ore 16.00 presso la Sala Fellini della Casa del Cinema a Villa Borghese, sarà proiettato, in anteprima nazionale, il lungometraggio documentario “Le cicogne di Chernobyl” (Italia 2024, 69’), scritto e diretto da Karim Galici e prodotto da Cittadini del Mondo – Cinema per il sociale, nell’ambito dell’iniziativa “Incontro con il cinema sardo” a cura di Franca Farina. Interverrà la direttrice della Sede Regionale RAI di Cagliari Carmen Botti.

L’evento, aperto dalla proiezione dei corti: “Quello che è mio” (Italia, 2023 - 18’) di Gianni Cesaraccio e “La punizione del Prete” (Italia, 2023 - 19’) di Francesco Tomba e Chiara Tesser, a cui seguirà “Le Cicogne di Chernobyl”, sarà introdotto e coordinato da Antonio Maria Masia - Presidente dell’Associazione Il Gremio. Interverrà lo storico del cinema Raffaele Rivieccio e in conclusione dialogheranno con il pubblico registi, attori, protagonisti e membri del cast.

Il film documentario “Le cicogne di Chernobyl” ripercorre le vicende legate al disastro nucleare del 1986, seguendo poeticamente le tracce dei piccoli protagonisti, bambini reduci, a volte, da una storia dolorosa riscattata dall’amore, dall’accoglienza e dalla solidarietà di tante famiglie italiane che hanno aperto il cuore e la propria casa a centinaia di migliaia di bambini provenienti dai territori contaminati. Tra passato, presente e futuro il lavoro di Karim Galici è un insieme di racconti dove le esperienze vissute dai protagonisti scorrono in un flusso di rimandi e flash back per ricongiungersi continuamente con il disastro nucleare da cui tutto è partito. Storie, non solo di distruzione, ma anche di ponti che si sono costruiti tra persone e popoli. In particolare, il racconto si sofferma sulle nuove vite degli “ex bambini di Chernobyl” dopo l’esperienza nel nostro paese, mettendo in luce la generosità delle famiglie, ma anche la forza dei ragazzi che hanno trovato con coraggio la determinazione di “rinascere”. Nel film si alternano percorsi e figure diverse: come i tre fratelli che dopo essere cresciuti separati in tre orfanotrofi si ritrovano uniti da una grande famiglia; la ragazza che attraverso la formazione trova lavoro e stabilità in Sardegna, ma decide di tornare in patria per amore o le due bambine diventate amiche per la pelle dopo esser state accolte da una nonnina di un piccolo paese sardo con la quale continuano a rimanere in stretto contatto come due vere proprie nipoti.

Un emozionante mosaico di storie che evidenzia come l’accoglienza dei bambini dei progetti Chernobyl non ha prodotto solo benefici diretti sulla salute di questi ultimi, ma anche evoluzioni sociali e culturali: le famiglie ospitanti imparano infatti a conoscere la cultura dei piccoli, come questi conoscono quella italiana e il suo modello familiare, paradigma positivo per la loro vita adulta, con effetti positivi per la società tutta. Inoltre, il legame affettivo che scaturisce da questo tipo di esperienze non investe solo gli individui coinvolti direttamente, ma l’intera comunità in nome di valori positivi e costruttivi. L’accoglienza quindi come relazione di aiuto, flessibile e paritaria in cui il “bisogno di aiuto “diventa una vera e propria risorsa per il bene comune e per il rispetto dei diritti dei minori.

Racconta Karim Galici:<<"Le Cicogne di Chernobyl” è il mio primo lungometraggio e allo stesso tempo l’ultimo capitolo della trilogia che insieme all’associazione Cittadini del Mondo abbiamo voluto dedicare alle comunità provenienti dall'Est Europa”.>>. Un’indagine storica e sociale scritta per il grande schermo con intenso trasporto, lucidità intellettuale e straordinaria sensibilità che scavalca qualsiasi retorica o facile buonismo. <>

Tra mille difficoltà, lo staff artistico/operativo diretto da Karim Galici è anche riuscito a partire per la Bielorussia avvicinandosi fino a 30 chilometri dalla Centrale nucleare. <<È stata un’esperienza incredibile – sottolinea il regista - in cui abbiamo respirato un’aria che a distanza di quasi quarant’anni è ancora pesante e abbiamo potuto intervistare chi è sopravvissuto al disastro. Siamo entrati nelle zone che furono evacuate con chi ha la fortuna di poter adesso raccontare quei momenti, ma ha pagato il prezzo altissimo di perdere la propria casa, la propria cittadina e in alcuni casi la propria famiglia. Storie di distruzione che stato bello raccontare con il punto di vista della ri-costruzione ad iniziare dalle singole persone sino ai popoli coinvolti e i loro territori.>>

Le riprese del documentario seguono un taglio registico che miscela sapientemente il linguaggio del reportage a quello poetico dell’occhio di Karim Galici. Immagini forti, filmati di repertorio, spaccati di quotidianità familiare, testimonianze e ricordi sono armonizzati da un’eccellente colonna sonora. Tutte le musiche del documentario sono, infatti, composizioni inedite o pezzi già esistenti eseguiti ed interpretati appositamente per l’opera cinematografica, tra i quali la celebre Liturgia di San Giovanni Crisostomo di Tchaikovsky eseguita dal Coro Cattedrale Ortodossa di Minsk, e una originale interpretazione di Nanneddu Meu impreziosita da ritmi slavi eseguita dal gruppo Music Kvatro Plus. Notevole anche l’apporto artistico di Medūlla, pseudonimo di Michele Salis Figus, cantautore sardo che da anni lavora per regalare all'ascoltatore non solo musica ma l’occasione di vivere una vera e propria esperienza interiore.

Questo film è dedicato quindi alle centinaia di migliaia di persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa a seguito del disastro di Chernobyl, ai Liquidatori che, con sacrificio e abnegazione, hanno affrontato l'ignoto per mitigare le conseguenze dell’incidente e alle centinaia di migliaia di famiglie in Italia e anche nel resto del mondo, che hanno accolto nelle loro case i bambini di Chernobyl dando significato concreto alla parola solidarietà.

“Le cicogne di Chernobyl” è stato prodotto grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna in sinergia con la Regione Autonoma della Sardegna e una vasta e capillare rete di partner a livello regionale, nazionale ed internazionale.

12/03/2024, 17:25