LEE AND ME - Dialogo tra vittima e carnefice


Il documentario di Alessandro Garilli racconta la violenza di genere attraverso la storia della fotografa Lee Miller raccontata da sei sex offender detenuti nel carcere di Velletri.


LEE AND ME - Dialogo tra vittima e carnefice
Strutturato come una graphic novel in bianco e nero, “Lee and Me” di Alessandro Garilli è un viaggio nella vita di una donna, Lee Miller, modella, fotografa e fotoreporter del Novecento che ha subito da piccola una terribile violenza e di un uomo, il kosovaro Sami, che ha commesso un abuso. Due storie che mostrano un doloroso punto di contatto e che si aprono in un dialogo attorno ad un tema duro e sempre tristemente di attualità.

I disegni di Michele e Federico Penco raccontano Lee Miller e Sami, una donna e un uomo distanti nel tempo ma uniti da un unico dolore, l’abuso, la violenza, l’umiliazione. Lee reagisce alla ferita riempiendo la sua vita di arte e bellezza, del suo lavoro da fotoreporter, nonostante il disturbo post traumatico da stress dopo aver assistito e documentato da corrispondente di guerra orrori indicibili durante il secondo conflitto mondiale, ed essendo riemersi traumi a lungo nascosti. La sua storia è raccontata proprio da alcuni sex offender detenuti nel carcere di Velletri che hanno maturato un vero pentimento per i loro crimini e stanno seguendo un percorso di recupero terapeutico per indagare sulle brutalità di cui si sono macchiati. Sami, vittima di un padre violento diventa lui stesso un abusante, rovinando per sempre la vita di una bambina, le sue vicende sono narrate dalla stessa Lee, interpretata dall’attrice Alice La Manna, in un immaginario dialogo con il pubblico.

Nel corso della narrazione le vicende dei due protagonisti sono commentate dalla psicoterapeuta e scrittrice Maria Rita Parsi e da altri studiosi e terapeuti che affrontano i vari temi legati alla violenza di genere e alla pedofilia tracciandone un quadro puntuale senza scadere nel facile sensazionalismo di cui la cronaca giornaliera che racconta questo genere di vicende è piena.

Il confronto tra Lee e Sami, due persone diverse in epoche lontanissime, ci mostra come in ogni società l’abuso ha le stesse devastanti conseguenze. “Lee and me” instaurando un immaginario dialogo tra una vittima e un carnefice pone una riflessione profonda sulla giustizia riparativa, sull’importanza di raccontare anche storie di uomini pentiti e decisi a cambiare, uno dei tanti tasselli per cominciare a scardinare la “cultura dello stupro”.

30/11/2023, 10:52

Caterina Sabato