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VENEZIA 80 - "Una sterminata domenica" come tante


VENEZIA 80 -
Tre amici, Alex Brenda e Kevin, faticano a far passare le ore nelle loro lunghe giornate. Vivono nella periferia romana e non hanno alcun passatempo o ideale: credere in qualcosa, spiega Kevin, è una fatica che non si sentono di affrontare, gli adulti sono svaniti (a parte una saggia nonna che fa quel che può) e intorno a loro non rimane nulla.

Il futuro non c'è, se non nero, e quindi si rifugiano inconsapevolmente in un eterno presente fatto di chiacchiere vane, qualche piccolo atto di vandalismo e un po' di amore, da cercare quando e come riesce. In "Una sterminata domenica" come tante Brenda rivela ad Alex di essere incinta, e questo dà uno scatto alle loro vite, un barlume di senso alle loro esistenze. Ma rischia di essere comunque evanescente.

Alain Parroni è giovane e alla prima esperienza in un lungometraggio, dimostra da subito di sapere come si fa questo mestiere e di avere padronanza del mezzo-cinema (la co-produzione di Wim Wenders conferma come il talento ci sia). Ha buone idee di messa in scena e sa costruire immagini che restano (su tutte, la sequenza di photobombing più romantica del cinema italiano contemporaneo).

Quello che manca a "Una sterminata domenica" è la storia, troppo inserita in un solco profondo che negli ultimi anni è stato sfruttato dai tanti, tanti film che hanno provato a raccontare il "vuoto" della periferia romana: resta la sensazione che sarà difficile distinguere questo film nel gruppo, nel prossimo futuro.

Il film è un importante esercizio di stile per il suo promettente autore, un (ennesimo) squarcio sul degrado forse irrecuperabile di certe periferie. Non è poco, ma neanche "abbastanza".

03/09/2023, 00:05

Carlo Griseri