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MORTO CARLO ALIGHIERO - Se ne va un pezzo di storia del
teatro, della televisione, del doppiaggio e del cinema


MORTO CARLO ALIGHIERO - Se ne va un pezzo di storia del teatro, della televisione, del doppiaggio e del cinema
Ci ha lasciato ieri, 11 settembre, Carlo Alighiero, all’etŕ di 94 anni, dopo una breve malattia. Immagine che contiene testo, persona, uomo, interni

Descrizione generata automaticamenteNato nel 1927 ad Ostra, nelle Marche, lascia sua moglie Elena Cotta – un amore lungo 70 anni - con cui ha attraversato la storia del teatro, della televisione, del cinema. Alighiero ha calcato le scene fino all’ultimo, prima che il Covid fermasse il mondo dello spettacolo. Con energia, creativitŕ, talento e divertimento, ha percorso un arco temporale straordinario tra le varie arti. La sua storia, e quella vissuta con sua moglie, sono una grande storia di amore e di passione per lo spettacolo.

Carlo Alighiero debuttň in teatro con lo stabile di Padova nel ‘52 con un classico, “L’Agamennone” di Eschilo regia di Gianfranco De Bosio e subito dopo nell’ “Amleto” di Vittorio Gassman. Anche se fu catturato per un periodo dalla televisione che in quegli anni era appena nata in realtŕ covava l’amore per il teatro e la vocazione alla regia, frequentando il corso di regia di Orazio Costa all’Accademia d’Arte Drammatica.

Gli insegnanti erano i grandi del teatro del Novecento, Orazio Costa, Sergio Tofano, Wanda Capodaglio, Vittorio Gassman e Silvio D’Amico con le sue lucide, appassionanti lezioni di storia del teatro. I compagni di accademia erano Monica Vitti, Luca Ronconi, Glauco Mauri, Luigi Vannucchi, Ileana Ghione, Renato Mainardi del quale Alighiero produsse e interpretň con Elena la commedia “Per una giovinetta che nessuno piange” al Teatro Eliseo di Roma, regia di Arnoldo Foŕ.

Con il teatro arrivň Elena Cotta, si sposarono ed ebbero due figlie, Barbara e Olivia, e poi nipoti e bisnipoti.

Sono passati 70 anni dal loro primo incontro a Milano nell'autunno del 1949, per poi trasferirsi a Roma per frequentare l’Accademia Silvio D’Amico.

Da allora, assieme, hanno calcato le scene di tutti i teatri d’Italia e nel 2012 hanno festeggiato le Nozze di Diamante rinnovando la promessa di matrimonio fatta il 30 dicembre 1952.

NegIi anni Settanta il desiderio di unitŕ familiare e professionale condusse Carlo a una formazione teatrale indipendente, destinata a vivere con passione una esperienza di ricerca: “Edipo” di Seneca, “Amleto” di Riccardo Bacchelli, dove con la regia di Carlo, Elena interpretň il ruolo problematico del protagonista. Fino al bell’allestimento di “Arlecchino servitore di due padroni” di Goldoni con la regia di Carlo che inaugurň il Teatro Manzoni a Roma di cui fu direttore artistico fino al 2002. Lo spettacolo si concluse con due lunghe tournée: in Cina, dove per la prima volta approdň una compagnia italiana, e in Russia, arrivando fino in Siberia. Era la fine degli anni Ottanta, e da allora Carlo ed Elena, come soci fondatori del Manzoni, con la loro compagnia hanno agito stabilmente con un repertorio di grande gradimento sempre testimoniato da un pubblico numeroso con una scelta di testi di ottima tradizione teatrale, facendo debuttare in teatro con grande divertimento personaggi dello spettacolo come Fabrizio Frizzi – suo grande amico - e Rita Forte.

Ma accanto al teatro, c’č stata anche la grande televisione, fin dalla sua nascita nel 1954, Immagine che contiene persona, interni, uomo, guardando

Descrizione generata automaticamentequando ancora si andava in onda in diretta e la Tv entrava in casa di tutti gli italiani. Carlo debutta nel ‘54 per la regia di Alessandro Brissoni con Albertazzi e De Carmine, lavora poi in “Maigret” con Gino Cervi e con Andrea Camilleri, Daniele Danza, Silverio Blasi, Morandi, Anton Giulio Majano, Giuseppe Fina. La grande popolaritŕ la raggiunge nel ‘60 nel ruolo dell’assistente di Ubaldo Lay - il Tenente Sheridan di “Giallo Club”; ma la lunga serialitŕ gli stava stretta e propose agli autori di “uccidere” il suo personaggio per dedicarsi al teatro come attore e regista.

Difficile condensare una storia artistica che ha attraversato un arco di tempo cosě grande dove, accanto all’amato teatro, hanno avuto posto anche diverse partecipazioni nel cinema degli anni Settanta (da Dario Argento a Sergio Martino, da Damiano Damiani a Lucio Fulci), i radiodrammi che fecero epoca, anni di doppiaggio nell’era d’oro (č stato la voce di Antony Quinn, scelto personalmente da Quinn, e di tanti altri), la straordinaria e indimenticabile voce narrante di Omero dell’ “Odissea” di Franco Rossi che fece epoca…

I funerali si terranno martedě 14 settembre alle ore 11.00 nella Chiesa di San Francesco a Ripa nella sua amata Trastevere.

12/09/2021, 18:21