Fondazione Fare Cinema
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Note di produzione di "Curon"


Note di produzione di
Daniel Campos Pavoncelli: Curon ci ha permesso di approfondire il tema dell’identità da un punto di vista puramente Junghiano, analizzando ciò che è nascosto sotto la superficie del nostro vero “Io”, che ne è inevitabilmente parte integrante, così come la parte che ognuno di noi tenta di nascondere, ma che prima o poi certamente emergerà.

Da questo punto di vista, il Lago di Resia, con l’inconfondibile campanile che emerge dall’acqua, è stato il luogo perfetto per le riprese. Il lago è nato negli anni 50 in seguito alla costruzione di una diga che ha causato l’inondamento del villaggio. I due giovani protagonisti, costretti a traslocare da Milano, si approcciano a questo bellissimo, sebbene molto piccolo, villaggio con la stessa curiosità e meraviglia che abbiamo provato noi durante la nostra prima visita. Sapere che sotto quel lago c’è un paese sommerso, fa subito pensare alla metafora dell’identità.

La bellezza di questo luogo e l’intricato mistero che lo circonda è stato il perfetto scenario per la creazione di una storia con uno sguardo di genere, che è stato difficile ma che rappresenta una novità, non ci sono infatti altri prodotti in Italia a cui fare riferimento. L’idea era quella di mescolare elementi horror con il romanzo di formazione.

Alessandro Mascheroni: Per rispecchiare la visione creativa, che vede l’uomo in continuo confronto con la forza della natura, abbiamo deciso di girare tutti gli ambienti dal vero. Abbiamo selezionato tutte le location negli splendidi paesaggi dell’Alto Adige, dove è ambientata la serie, e del Trentino, al fine di avere costantemente, sia in interni che in esterni, in ogni nostra immagine, la presenza visiva delle montagne, del lago, delle foreste protagoniste della serie.

La sfida con le forze della natura, le piogge autunnali, le tormente di neve, il vento ed il gelo che i protagonisti vivevano in questo viaggio fantastico, trovava corrispondenza negli sforzi della troupe per girare la serie stessa. Cosicché per tutta la troupe, e non solo per gli attori, affrontare questa lavorazione, è stato come percorrere un viaggio dentro se stessi per affrontare le proprie paure ed i propri limiti. Ogni singolo componente della squadra di lavoro, al termine dei tre mesi occorsi per il completamento delle riprese, guardava i luoghi che ci hanno accolto con occhi differenti e con una consapevolezza maggiore.

Abbiamo fatto in modo di attraversare quei luoghi con gentilezza, lasciandoli intatti, e non turbando le vite delle persone e degli animali che li abitano.

La scelta della tecnologia HDR mira ad offrire la possibilità di far godere al pubblico la profondità e la ricchezza dei colori della natura in cui sono state girate, per rendere omaggio ai luoghi che ci hanno accolto.