Una scena di "Stop"
Il cortometraggio si inserisce nel filone dei mockumentary, un genere filmico dove elementi di fantasia sono presentati come reali attraverso l'artificio del linguaggio documentaristico. La storia è narrata attraverso differenti mezzi espressivi: le effettive riprese del film che i nostri protagonisti devono realizzare, le immagini della camera backstage della sfortunata troupe e fugaci video con il cellulare. Tutti questi elementi si uniscono per creare un mosaico frammentato che documenta il dietro le quinte, quei momenti tra la parola stop e l'azione successiva, lo spazio bianco tra le righe di un libro. Un metalinguaggio per un metafilm, dove la realtà gareggia per essere più assurda della fantasia.
Francesco Giorgi