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MOGLIE E MARITO - Scambiamoci tutto, anche la vita


Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak sono gli interpreti principali del film d'esordio di Simone Godano. Un maldestro esperimento scambia le personalità dei due avviando una commedia romantica capace di far riflettere e sorridere. In sala, distribuito da Warner Bros Pictures Italia, da mercoledì 12 aprile


MOGLIE E MARITO - Scambiamoci tutto, anche la vita
Kasia Smitniak e Pierfrancesco Favino in "Moglie e Marito"
Un’ambiziosa conduttrice televisiva, un geniale neurochirurgo, una bella casa al centro di Roma e due splendidi bambini. Apparentemente non manca nessun ingrediente per una felice serenità coniugale. Invece Sofia e Andrea stanno sull’orlo del baratro e pensano segretamente al divorzio.

Tuttavia, grazie a un incidente causato da un esperimento scientifico di Andrea il tutto si capovolge, ma proprio tutto, tanto che Andrea diventa Sofia e Sofia diventa Andrea. Nel suo esordio alla regia nel lungometraggio, Simone Godano si cimenta coraggiosamente all’interno di un genere già ampiamente sperimentato, soprattutto nella cinematografia americana, dove lo scambio di personalità e il tema del doppio si traducono in geniali e rocambolesche commedie.

La buona riuscita del film si deve in gran parte all’esperienza e alle abilità attoriali dei due fuoriclasse, Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak, i quali vestono liberamente i panni l’una dell’altro senza cadere in banali macchiette e regalando al pubblico infinite risate e riflessioni. Notevole il lavoro svolto sul linguaggio del corpo, sia maschile che femminile, nonchè sull’intrinsecità dei generi stessi.

Una romantic comedy, e allo stesso tempo un intelligente spunto di riflessione sui rapporti umani e di coppia che vengono sempre più sacrificati e messi in disparte dai tanti impegni e dall’incalzante evoluzione tecnologica che li ha sostituiti. Nessuna ricerca della perfezione, bensì una simpatica accettazione dell’imperfetto che è in ognuno di noi, che ad oggi è sempre più difficile da comprendere vista la “cecità” che ci contraddistingue.

Molte le simpatiche gag messe in risalto da un buon montaggio accompagnato da un’accurata scelta delle musiche. Non eccellente tuttavia la sceneggiatura, specialmente in alcuni passaggi apparentemente d’effetto, ma essenzialmente fini a se stessi, come il monologo finale di Kasia Smutniak sulle donne.

10/04/2017, 16:41

Giulia Bandini