Qualche anno fa, quando l’ho conosciuta, Imma aveva vinto da poco Un due tre stalla ed era oggettivamente una delle figure più contemporanee nelle quali ci si potesse imbattere a Roma. Quando, a distanza di tempo, l'ho ritrovata era ancora molto contemporanea, ma, questa volta, in modo diverso: come me e come alcuni personaggi del film, Imma sta provando a partecipare a un mondo che sembra non avere bisogno del suo contributo. Da questo riconoscimento ed invenzione di una base comune è nato il nostro incontro e questo piccolo film sul fallimento, sulle conseguenze delle velleità artistiche. Credo che, a vari livelli di consapevolezza, tutti quelli che hanno partecipato a questa esperienza abbiano come me offerto a questo film la propria stupidità, una stupidità che mi interessa molto e che ha a che fare col riconoscimento della nostra natura fragile e velleitaria.
Pasquale Marino