Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di produzione di "Piani Paralleli"


Note di produzione di
Una scena di "Piani Paralleli"
"Piani Paralleli": il Jazz di Giovanni Mazzarino, il cinema, la costruzione del suono... un racconto emozionante per musica e immagini.
Nel Maggio 2015 Giovanni Mazzarino, uno dei musicisti Jazz più rappresentativi della sua generazione, ha compiuto 50 anni di età e 30 di carriera. Traguardi importanti da festeggiare con una produzione speciale: un disco live, registrato nel tempio del pianoforte, la Fazioli Concerto Hall di Sacile (PN). Mazzarino ha convocato straordinari compagni di viaggio, accuratamente scelti tra coloro che lo hanno affiancato nella sua già lunga carriera di pianista compositore: il grande contrabbassista e compositore statunitense Steve Swallow, il batterista Adam Nussbaum, che assieme Swallow e John Scofield diede vita a uno dei trio più celebri della storia del Jazz recente, il torinese Fabrizio Bosso, trombettista già insignito di numerosi riconoscimenti. Infine l’Accademia D’Archi Arrigoni diretta da Paolo Silvestri, versatile arrangiatore della Suite, anch’egli fortemente voluto da Mazzarino. Il film documenta la genesi di questo progetto attraverso lo sguardo acuto e colto e le straordinarie immagini di Gianni di Capua, regista che da tempo frequenta con la sua macchina da presa gli ambienti della musica contemporanea, raccontandoli con grande classe, passione e rigore di musicologo. Piani Paralleli narra le prove dell’orchestra, l’approccio dei musicisti con la scrittura e la personalità di Mazzarino, i silenzi di Steve Swallow, l’energia di Adam Nussbaum, la perizia di Silvestri, la classe di Fabrizio Bosso; le discussioni, l’amicizia, le paure, la consapevolezza di un momento unico e straordinario, la trasformazione delle partiture in materia sonora viva e vibrante, fino al concerto finale a porte chiuse, ripreseo circolarmente con tre telecamera disposte intorno ai musicisti, nel buio ovattato denso di creatività della Concert Hall. Nello scenario del Friuli più operoso, il pensiero musicale di Mazzarino, l’arte del suono di Fazioli e l’arte della registrazione del Sound Engeneer Amerio, i suoni percepiti ideali dal pensiero di ognuno, convergendo da piani paralleli personali, si fondono con l’incanto, l’ascolto intimo e condiviso, dell’arte del suono.
ll film concerto di Gianni Di Capua, aggiunge ulteriori tasselli di senso e narrazione al progetto musicale: la Fazioli Concert Hall diventa l’esclusivo campo d’indagine della Suite del compositore e pianista siciliano e del pensiero che la informa. Per Giovanni Mazzarino il Jazz costituisce un momento di grande integrazione e dove c’è integrazione c’è la possibilità di raccontare e raccontarsi. Il musicista s’intrattiene, così, in un dialogo intimo con la propria musica e con gli amici chiamati ad interpretala. Musicisti dalle caratteristiche peculiari che apportano sensibilità e opportunità di confronto che la cinepresa documenta affiancando il processo creativo musicale rivelando, infine, un’opera composita, impregnata dalle suggestioni provenienti dalla terra di origine dell’eclettico compositore, forgiata dalle tradizioni musicali più disparate. Una musica propriamente del mondo che scorre sul movimento del piano sequenza cogliendo una lettura della partitura che porta a una messa in atto di equivalenze fra il linguaggio delle immagini e quello dei suoni dove l’ultima nota in chiusura del film, eseguita dall’insieme strumentale ora immobile, riverbera nel chiaroscuro della Fazioli Concert Hall, evocando un tempo sospeso che il cinema consegna, perché ne ha la prerogativa, al suo essere di nuovo, epifania dell’istante, anima del Jazz.