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Note di regia di "Our War"


Note di regia di
I protagonisti, i materiali, i contesti, persino gli autori,tutto in questo film è molteplice, come le domande umane e storiche che il film solleva. Domande che affondano in un tempo remoto e non siamo più abituati a porci: per cosa vale la pena rischiare la vita? È mai legittimo ammazzare un essere umano? Questo è un film sulla guerra che si combatte ogni giorno in Siria e Iraq, e che minaccia la nostra tranquillità quando esplode nei caffè di Parigi o Bruxelles. Una guerra che cambia anche il nostro futuro. I protagonisti del nostro racconto sono tre giovani che hanno deciso di combattere ISIS e che siamo andati a conoscere a casa loro per comprendere la loro esperienza e mostrarci la loro quotidianità, da questa parte del mondo.Tutto inizia con Karim che ci consegna tre ore di filmati della sua “prima volta” in Siria come combattente: un tesoro di immagini e questioni ancor prima di cominciare a filmare.

Ci incontriamo più volte per intervistarlo e vederlo boxare e poi ci chiede di accompagnarlo all’aeroporto perché torna a combattere in Siria.Joshua ci ha condotto in un suo viaggio dal North Carolina a New York: lo abbiamo seguito in una battaglia di soft-air, a caccia di Santa Claus, lo abbiamo accompagnato a sventolare la bandiera dello YPG davanti alla Casa Bianca, a un incontro con un commilitone reduce dalla Siria e a un’intervista su Fox News.Infine, abbiamo incontrato Rafael, che avevamo visto condurre in azione i combattenti del suo taburin un video su YouTube e ce lo siamo ritrovato davanti con il giubbotto antiproiettile da guardia del corpo, la croce cristiana al collo, la passione per la musica e la sua riscoperta delle origini curde pur continuando a sentirsi un cittadino svedese.All’inizio abbiamo scelto di conoscerci e farci raccontare la loro guerra, la voglia o meno di tornare a combattere, i sogni inquieti.

Abbiamo provato a sforzare fino al limite la questione della loro scelta. E ognuno di loro ci ha sorpreso proponendo immagini e connessioni, spingendoci in situazioni non programmate a cambiare il nostro linguaggio e il fuoco della camera.Ciò che abbiamo vissuto con Karim, Joshua e Rafael, fa parte del film. E in questo incastro tra impossibili accostamenti, distanze geografiche e culturali, abbiamo costruito il montaggio: sabbia, ghiaccio, proiettili veri e finti, affetti nascosti a casa e commilitoni rimpianti.La vita di questi tre giovani è cambiata dopo la guerra contro ISIS e anche la guerra cambia continuamente. Per questo continuiamo a interrogarci sul senso e sulla direzione che prende il nostro racconto per capire cosa significa combattere altrove, veder morire e uccidere, per tornare a casa. Da questa parte del mondo.